Conosci e ama la tua unicità
Testo scritto in oro all’entrata del tempio della Dea egizia Sekhmet; tempio di Karnak.
Il testo a seguire (con commento) – tratto dall’arcano IX dei Tarocchi Zen di Osho – descrive la differenza tra solitudine e isolamento e l’importanza di riconoscere il valore della solitudine come strada per accedere alla propria libertà: la libertà di essere se stessi.
Questo il senso, in Human Design, dell’esagramma 40: la Porta della Solitudine – Liberazione.
Quando sei solo, non è che sei solo, è che ti senti isolato – ed esiste un’incredibile differenza tra l’essere soli e il sentirsi isolati.
Quando ti senti isolato, pensi all’altro, ne senti la mancanza: si tratta di una condizione negativa.
Hai la sensazione che le cose andrebbero meglio, se l’altro fosse presente – un amico, la moglie, la madre, la persona amata, il marito.
Sarebbe meglio se l’altro fosse presente, ma l’altro non c’è. Sentirsi isolati è frutto dell’assenza dell’altro.
La solitudine è la presenza di se stessi: è un fenomeno estremamente positivo.
È una presenza, una presenza che straripa. Sei così carico di presenza che puoi colmarne l’intero universo, e quindi non hai bisogno di nessuno.
– Osho The Discipline of Transcendence, Volume 1 Chapter 2 –
Commento:
Quando accanto a noi non c’è nessuna “persona che conti”, possiamo o sentirci soli, oppure godere la libertà che la solitudine porta con sé.
Quando non troviamo alcun sostegno tra gli altri per le verità che percepiamo profondamente dentro di noi, possiamo sentirci isolati e amareggiati, oppure celebrare il fatto che la nostra visione è salda a sufficienza da sopravvivere al potentissimo bisogno umano di essere approvati dalla famiglia, dagli amici o dai colleghi.
Se in questo momento ti stai confrontando con una situazione simile, sii consapevole di come scegli di vedere la tua “solitudine” e assumiti la responsabilità per la scelta che hai fatto.
L’umile figura di questa carta brilla di una luce che nasce dall’interno. Uno dei contributi più significativi di Gautama Buddha alla vita spirituale dell’umanità è stato quello di ribadire ai suoi discepoli: “Sii una luce per te stesso”. In fin dei conti, ognuno di noi deve sviluppare dentro di sé la capacità di farsi la propria strada attraverso l’ignoto, senza alcun compagno, mappa o guida.
Testo scritto in oro all’entrata del tempio della Dea egizia Sekhmet; tempio di Karnak.
La vita si manifesta nelle piccole cose ed è nei dettagli che si sviluppa la nostra profondità di comprensione e organizzazione. Nell’I Ching del Rave di Human Design, in merito all’esagramma 62 (la Porta dei dettagli), sta scritto: «Attenzione, pazienza e dettaglio producono l’eccellenza dalla limitazione. La fissazione dei nomi è il fondamento del Maia […]
La fonte non è l’altro, la sorgente è dentro di te. L’altro la colpisce ma, se all’interno non ci fosse rabbia, non potrebbe uscire: se colpisci un buddha, affiorerà solo compassione, perché dentro c’è solo quello; la rabbia non verrà fuori, perché in lui non ce n’è. Se getti un secchio in un pozzo secco […]
La parabola del figlio prodigo Luca 15,11-32 Disse ancora: “Un uomo aveva due figli; il più giovane di loro disse al padre: ‘Padre, dammi la parte dei beni che mi tocca’. Ed egli spartì fra loro i beni. Di lì a poco il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, se ne partì per un […]