Mi predispongo a mettere nero su bianco ciò che sento, fresca di corso.
Perché so che se lascio passare l’attimo, ciò che mi è chiaro esporre ora, diventerebbe di difficile apertura poi.
In fondo, il rendermi conto che questo viaggio è iniziato solamente qualche mese fa è stato sufficientemente esplicativo per essere quanto più indulgente con me stessa mi è possibile.
Darmi il tempo di far sedimentare una imponente mole di trasformazione, è qualcosa che mi devo dolcemente imporre respirandoci dentro.
La prima trasformazione è avvenuta attraverso la lettura, uno spazio in cui ho contattato la ferita di aver manifestato per una vita, il disegno di qualcuno che non mi appartiene.
Mi è stata data in un contesto conviviale.
Non dimenticherò mai quel momento, lì mi hai fatto veramente capire cosa fa il non sé.
Da allora sto al mio posto, e piuttosto di fare domande inopportune mi mordo la lingua.
Durante il Living, ero totalmente in tilt. Rendermi conto di ciò che sono, è stato uno shock addizionale. Quando hai parlato dei proiettori, ho pianto tutte le mie lacrime.
E poi c’è il weekend appena passato [ndr. ABC del Rave]. In cui finalmente ho preso il coraggio di fare una domanda. Che però come spesso mi accade, ho mal posto e il senso di ciò che volevo trasmettere si è frainteso.
A tal proposito, mi sono davvero rispecchiata molto nelle domande fatte da una partecipante che esponeva le mie stesse identiche perplessità e pensavo wow.. Perché non sono così brava a dire ciò che sento? Com’è possibile che vado in tilt? Perché si, vado letteralmente in tilt. Ho notato che mi accade in determinati contesti, non in tutti. E lì mi identifico fortemente con l’ombra della linea 3.
So che ha a che fare con la mia emotività che in quei momenti va fuori controllo.
Ma sento che c’è dell’altro.
E qui arriviamo al motivo della mia mail.
A ogni corso, è come se si aprisse un nuovo piccolo file. Se dalla presa di coscienza sono passata poi allo shock, ora sono nella fase di apertura del cuore.
Credo che tu mi possa aiutare a trovare una risposta a quelle domande.
Forse tu qualcosa l’hai visto. O forse è solo una sensazione. Credo che potrei dare un senso a quel cortocircuito emozionale che mi fa restare in un limbo. E se lo facessi diventare il mio super potere? Potrei finalmente smettere di temere?
E magari accogliere e far fiorire la mia unicità.
Detto questo, grazie per esserci.