Molte terapie ci dicono di accettare noi stessi, ma questa accettazione psicologica, attraverso vari tipi di analisi, si riferisce sempre un centro individuale. Finché rimane l’idea di individuo, nell’accettazione c’è una motivazione nascosta.
Non è accettazione incondizionata, ma è basata su un ideale, o un paragone, e contiene sempre un elemento di rassegnazione.
La psicologia crede nell’esistenza del l’ego e suo compito e mettere l’ego il più possibile a suo agio, rendono più forte o integrato.
Che possiamo organizzare la vita in modo più soddisfacente è un fatto, ma ciò non potrà mai essere un modo per portarci oltre il conosciuto.
Tali processi ci tengono ancorati all’oggetto, indipendentemente da quanto sottile diventi tale oggetto.
Nell’accettazione funzionale, il centro di gravità non è ciò che accettiamo, bensì accettazione stessa.
– Jean Klein, Chi sono io? La ricerca più sacra –