RiSvegli@nti provocAzioni EmOZionali. O no.

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Salve a tutti,
dal 1 al 7 luglio il Sole ci provoca nell’Esagramma 39: la Porta del Provocatore; Ostruzione.

Vi ricordate gli ultimi movimenti del transito del Sole e la sua influenza su di noi?
Siamo passati dallo sperimentare gli estremi (ritmo, comportamento, abitudini), all’essere spinti a focalizzarci su quello che ci piace, ci da gioia. O no.
Ebbene, questo pressante movimento nel perseguire il piacere, se correttamente e totalmente vissuto, non può che infine confluire a noi stessi: alla nostra unicità.
Non c’è piacere e soddisfazione più grande che essere noi stessi; in armonia con i nostri estremi; integri in quello che siamo.
Ma è pur vero che non c’è sfida più grande che concederci di essere noi stessi.
La cosa più semplice che ci sia (Essere quello che siamo) par essere paradossalmente la più difficile.

Essere quello che siamo, specie in questo piano così fortemente condizionato, non è certo una “passeggiata”. Anzi.
Arrivare a contattare la nostra Essenza è più simile ad una ripida “scalata” e, per giunta, particolarmente impegnativa.
Ciononostante, per Disegno, lì siamo chiamati a dirigere la nostra attenzione, la nostra energia, la nostra esperienza di vita.
A tal proposito – Essere Noi stessi; Ricordarci Chi siamo; Risvegliarci al Nostro Sé – è il proposito per cui ci è dato il nostro bio-veicolo.

Importante portare attenzione che non siamo qui a Risvegliare il Nostro Sé ma a Risvegliarci al Nostro Sé, inteso risvegliare il nostro bio-veicolo (la macchina biologica) ad ospitare e manifestare la nostra consapevolezza, che non è “gratuita e scontata” ma va acquisita, lottata, conquistata… nei fatti.
Il Nostro Sé non può “dormire”. Chi dorme è il nostro bio-veicolo (l’apparato psico-fisico) quando non è pervaso dalla nostra Presenza (Sé) ed è lasciato agire in automatico, pilotato dalla mente identificata (Non sé) che agisce attraverso la nostra Personalità (chi crediamo di essere).
Il nostro bio-veicolo è la chiave per il nostro risveglio. E nello stesso tempo la nostra gabbia finché non lo risvegliamo dallo stato ipnotico in cui è immerso dalla nascita.
Proprio a questo proposito – al Risveglio – è funzionale la pratica di Strategia e Autorità.

Come si trasmette in Human Design, praticare la Strategia e l’Autorità del proprio bio-veicolo, ovvero farlo funzionare correttamente secondo Natura, è il modo “naturale” che ci permette di arrivare – senza sforzo (ma con perseverante impegno) – al Risveglio.
Specie in questi mesi e tempi di mutazione possiamo dire che, per il nostro Risveglio, è necessario ACCETTARE – ACCOGLIERE quello che siamo.
Accogliere – ovvero riconoscere, comprendere nel profondo – la nostra unicità che per sua “mutativa natura” è provocatoria.
Ognuno di noi, in quanto individuo, è – con la sua unicità – un agente mutativo. Ognuno di noi è qui per portare mutazione con il suo proprio “provocatorio” modo di Essere: il suo “unico” modo di percepire, concepire e condividere quella che definiamo “realtà”.
Siamo Unicità tra le Unicità. Insieme ad altre Unicità. Dove la mia Unicità potenzia le altre e si fa potenziare dalle altre. In un costante continuo evolutivo contributo verso l’Unione.
Il Gioco sta nel SAPERCI PROVOCARE: nel piacere come nel dolore; nella tristezza come nella gioia; nella vita come nella morte. 
TUTTO CIÒ CHE ESISTE – per natura – HA LO SCOPO DI PROVOCARE, PROVOCARCI: PRO-VOCARE (etimologicamente “chiamare fuori”) IL NOSTRO SPIRITO… ALLA MANIFESTAZIONE.
Il Viaggio per il Risveglio è da intraprendere INDIVIDUALMENTE INSIEME: SAPENDOCI provocare l’un l’altro. Con Spirito.
Partendo, in primis, dal com-prendere (letteralmente prendere “con”), accogliere la nostra stessa provocante “umana” natura: le nostre insicurezze, le nostre instabilità, le nostre “fluttuazioni”, i nostri “cambi”, i nostri estremi, i nostri paradossi; la nostra “umana” capacità di emozionarci.
A tal fine si può comprendere il senso ultimo delle EMOZIONI.
Non a caso ciò che ci distingue dagli animali, da ogni altra forma di esistenza e ciò che, al momento, è il fulcro della mutazione della consapevolezza umana, riguarda le EMOZIONI. Dopo il completo sviluppo della consapevolezza del corpo e della mente… ora è il turno della consapevolezza “emozionale”.
[in Human Design la consapevolezza emozionale è iniziata intorno al 2500/2000 anni fa (il tempo del Buddha e del Cristo) e sta affrontando una – lenta/graduale – mutazione planetaria del Plesso Solare a partire ufficialmente dal 2027]
Quell’ EMO-ZIONE (da emovere = mettere in moto, portare fuori, smuovere) che si attiva con la giusta chiamata… l’opportuna PRO-VOCAZIONE (“chiamata”).
Chi conosce le Porta in Human Design qui comprende bene il rapporto tra la Porta 39 (Centro Radici) e la Porta 55 (Centro del Plesso Solare) che è proprio il fulcro della mutazione di consapevolezza emozionale.
Tecnicismi a parte la provocazione (il nostro individuale modo di Essere) è ciò che porta alla manifestazione lo spirito della consapevolezza emotiva.
Che è il destino comune dell’umanità.
La capacità – da sviluppare – di vivere le emozioni senza esserne travolti, identificati.
La consapevolezza emozionale riguarda la capacità di “sentire” senza “reagire” che è il fulcro del Risveglio.
Se vogliamo questo il senso profondo “esemplare” della Passione di Cristo. Il Figlio di Dio che accetta la provocazione di vivere nei limiti della materia e non cede alle ingiurie, agli insulti, alle umiliazioni, alle ingiustizie, alle tentazioni, al dolore, alla sofferenza, alle torture, finanche alla crocifissione ma ACCOGLIE: comprende nel profondo ciò che accade, la natura dell’uomo, la debolezza della carne, la distorsione della mente, il tiranno potere delle emozioni, la sua Missione e… non si lascia possedere, ma se ne libera e trasforma, sublima (per Tutti) con esemplare Presenza.
Non a caso da Lui, al suo tempo, inizia lo sviluppo della Coscienza Emozionale. Lui è arrivato per mostrare (a noi occidentali) la Via da seguire per traghettarci nell’Era dell’Acquario. Per elevarci al nostro Sé, partendo dai limiti della materia. Lavorando intensamente sulle emozioni che distorcono la realtà e non ci permettono – nell’identificazione della non-presenza – di accedere alla nostra vera natura.

In questo contesto evolutivo/mutativo tutto ciò che sta accadendo in questi anni – nel confronto con le limitazioni – è una costante continua provocazione al Risveglio attraverso la Chiamata a consapevolizzarci a livello emozionale; a COME viviamo, rispondiamo alle esperienze di piacere e soprattutto di dolore.
In particolare proprio il rapporto individuale col dolore, COME lo viviamo, è l’essenza di questo movimento evolutivo. Questo è venuto ad insegnarci il Cristo “per chi ha orecchie per intendere”.
Dolore come essenza della Vita: o lo accogli e ti liberi o lo subisci e ti imprigioni.
Per inciso questo riguarda TUTTI NOI: esseri emozionali e non. Ognuno con la sua “sensibilità”.

Questo processo che riguarda il Centro del Plesso Solare riguarda la tematica dominate di questo Centro: il confronto con la verità.
Tematica centrale di questo passaggio evolutivo proposto dalla Nuova Era che ci conduce all’Integrità.

Per chi ha “occhi per vedere” tutto sta cambiando, tutto sta evolvendo, tutto sta crollando e rinascendo.
Sotto la frequenza di questo recente cambio nei Nodi Lunari (vedi transiti precedenti) tanti dei principi e valori, credenze e convinzioni che finora ci hanno accompagnato e sono stati fondamentali per il nostro modo di vivere… ora stanno mutando. Un passaggio obbligato la cui detonante forza demolitiva non può che destabilizzare e portare dolore. Un dolore rivelatore: che è funzionale a rivelare i nostri attaccamenti. Che ci indica i punti dove lavorare/costruire: dove portare la nostra attenzione al fine di destare la nostra Presenza.
Il Dolore è il Grande Provocatore. Secondo solo alla Morte: Somma Provocatrice.
Morte intesa in tutte le sue declinazioni… non certo solo la morte biologica ma quella che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare, anche più e più volte.
La morte delle nostre convinzioni, delle nostre identificazioni, dei nostri attaccamenti, dei nostri limiti mentali.
Le nostre relazioni sono di fondamentale importanza a questo evolutivo/liberatorio approccio alla morte. Specie le relazioni intime e quelle genitoriali, familiari.

Sono tempi in cui siamo bombardati da provocazioni che minacciano, minano, smuovono, distruggono le nostre false verità… le ipocrisie su cui abbiamo finora fondato inconsapevolmente le nostre esistenze. In questo contesto che possiamo definire “traumatico” per la nostra personalità (non certo per il nostro Spirito) possiamo forse pensare di non provare dolore? Possiamo forse pensare di evitarlo?
Ogni tentativo di evitare di essere provocati non può che comportare un accanimento di nuove più “perverse” provocazioni.
Non possiamo evitare di essere provocati. È il nostro Sé che lo vuole. È l’unico modo per risvegliarci a Lui.
Possiamo solo arrenderci. Accogliere quello che c’è.
E lo possiamo fare solo maturando la Consapevolezza. Senza Consapevolezza non c’è vera resa, accettazione, accoglienza. C’è solo un protrarsi dell’illusione che ci imprigiona in una falsa libertà.

Nella pratica, tanto quanto siamo chiamati a focalizzarci in ciò che ci piace, che ci soddisfa, che ci fa vivere in pace, che ci fa sentire riconosciuti, che ci sorprende… tanto quanto siamo chiamati a stare/essere con ciò che accoglie (non giudica) la nostra provocante natura e da cui ci sentiamo potenziati (accolti per quello che siamo).

Non possiamo più farci andare bene quello che non ci va bene:
– negare i nostri bisogni e stare con chi non ci riconosce e non ci potenzia;
– lavorare senza soddisfazione, disperdere la”sacra” energia che ci è donata;
– vivere senza sorpresa e stupore;
– trattenere e negare la rabbia come qualsiasi emozione;
– distorcere quello che siamo per sopravvivere di apparenza, identificati con il solo appagamento dei sensi ed il successo materiale.

Tempo di riscatto, di ri-evoluzione. Dove c’è richiesto TANTO CORAGGIO. TANTO CORAGGIO NELL’ESSERE NOI STESSI.
Nulla che si possa ottenere velocemente con un atto di volontà.
La grande alleata per questo processo è la PAZIENZA. SAPER PERSEVERARE NELLA PAZIENZA.
Una Pazienza Vigile forgiata costantemente, quanto più possibile, nell‘auto-osservazione che ci permette di osservare/distaccarci da pensieri ed emozioni invece che lasciarci manipolare. Senza sforzo. Con massimo impegno. Senza colpa. Con quieta Pace Interiore che ci può dare la Fiducia di essere Guidati.
Il nostro compito è “solo” quello di ricordarci le nostre meccaniche di funzionamento di base e lasciarci guidare.

E già mi pare di sentire il rumore di certi ansiogeni ingranaggi mentali che bramano chimeriche formule magiche risolutive definitive e si chiedono… DA CHI? Da chi ci dobbiamo fare guidare? Dove sono le indicazioni da seguire? Che libro devo comprare, che corso devo fare per avere queste informazioni?
Devo seguire il mio bio-veicolo? Il mio Sé? Di chi mi devo fidare? Chi devo seguire?
La risposta sta nella Presenza. La Presenza che non è ubicata in un luogo preciso ma si rivela in una misteriosa zona franca raggiungibile seguendo le tensioni, gli attriti tra interno ed esterno. COME rispondiamo alle tensioni che si creano tra le meccaniche del bio-veicolo e la propensione animica al Sé; tra i condizionamenti esterni e l’impulso del propriontire; tra le casualità e le serendipità; tra l’orizzontalità e la verticalità; tra il vagare dello zombie e il decidere di Essere Umani; tra il guardare e l’osservare; tra il cercare di capire e aprirci al conoscere; tra il delegare e il responsabilizzarti; tra il sentire e il pensare di sentire, tra lo sforzo di evitare il dolore e le sue sfide e il decidere di attraversarlo… con umiltà e dignità.
UMILTÀ E DIGNITÀ: ciò che ci può preservare dall’ignoranza, e peggio ancora dall’ignobile arroganza dell’ignoranza.
Quell’ignoranza figlia illegittima della Paura: l’oscura avversaria della Presenza (quando si fraintende la nobile funzione della Paura).

La CONSAPEVOLEZZA DELLE EMOZIONI ha esattamente questo scopo: trasformare l’ignoranza, la paura in Ricettiva Attenzione.
Questo il nostro proposito.

Non so esattamente cosa mi abbia portato ad un simile pippone e non so quanti riescano a seguire il senso di ciò che ho detto ma… poco importa capirne il senso. Vi invito a lasciarvi attraversare da queste parole, riascoltarle, rileggerle e tenere ciò che vi risuona utile, di stimolo. Tenendo a cuore i dubbi che emergono senza immergervi a pretendere risposte che imputridiscono la bellezza oracolare delle domande.
Quel che c’è da sapere arriva, emerge. Con Pazienza, senza sforzo. CON PAZIENZA. SENZA SFORZO. SENZA FRETTA.
Le risposte che servono – davvero! – emergono naturalmente nella pratica di Strategia e Autorità.
I cui effetti non si vedono nell’immediato ma nel tempo. Non nei mesi o come qualcuno pensa nelle settimane… negli anni.
Non nel mero tempo della pratica scandito da orologi e calendari ma nel COME si pratica, nell’eterna dimensione dello Spirito.
Ciò che conta è COME stai nell’ATTESA. Come vivi l’ATTESA: se la subisci sforzandoti di seguire un dogma o la usi per ascoltarti.
[parlando di provocazione e come si manifesta nella Vita… che ironia ricordare “una” Speranza che parla di “Vigile Attesa” per fronteggiare la “mutazione”].

Tornando a noi, se mai ci siamo allontanati troppo, in questi giorni portiamo molta attenzione alle provocazioni: nostre e degli altri.
Ci possono essere relazioni, situazioni, accadimenti di insolita provocazione. Possiamo essere noi o altri particolarmente “ostruzionisti”, “ostici”, “ottusi” nei confronti delle diversità.
Possibile che in questi giorni ci siano particolari eventi/fattori che ci spingono ad emozioni non facili da gestire che si spronano a reagire, a perdere il controllo, a subire, a negare certi aspetti della Vita o catapultarvisi dentro. Per non subire le possibili destabilizzazioni è buona cosa saperci ritirare, allenarci nella pazienza, nel respirare dentro le emozioni, darci il tempo di osservarle. Non lasciamoci depistare emozionalmente dal CHI, dal PERCHÈ, dai SE, dai FORSE ecc. Non lasciamoci trasportare dalla locomotiva delle emozioni che altro non ci può guidare se non ad uno stagnante passato.
Non lasciamoci rapire da improvvisi sequestri emozionali che altro non ci possono portare se non ad un oppiaceo passato.
FOCALIZZIAMOCI SULL’OSSERVARE LE EMOZIONI, quello che emerge. Non perdiamoci ad indagare le cause. OSSERVIAMO gli effetti. Adesso.
L’osservazione delle nostre emozioni, dei nostri pensieri, delle nostre convinzioni, dei nostri valori, dei nostri bisogni e desideri. COSA TUTTO QUESTO CI MUOVE E CI SUGGERISCE DI FARE/COMPORTARCI. OSSERVIAMO GLI AUTOMATISMI INDOTTI DALLE NOSTRE EMOZIONI.
OSSERVIAMO DOVE CI PORTEREBBERO LE NOSTRE EMOZIONI SE NON SIAMO PRESENTI.
Questo è il fondamento dell’auto-osservazione. Ciò a cui ci provoca la Vita se non reagiamo con i soliti automatismi della mente identificata (Non sé) che “scatta” ad ogni emozione… ad ogni eco del passato che ci allontana dal presente.

Prima di perdermi in altri pipponi, ciò che suggerisco di fare in questi giorni, ben ispirati dalla Luna Piena, è… allenarci all’osservazione attraverso la Poesia.
La POESIA! Sublime forma individuale di provocazione che provoca l’individualità.
Invito chi sente a sperimentarsi in forme poetiche. A leggere poesie e scriverne. Senza tanti formalismi, tecnicismi, idealismi, perfezionismi.
Ascoltare, osservare e descrivere con genuina creatività. Guidati dal sentire. Dalla musicalità, dall’armonia, dalla connessione che emerge nero su bianco senza per forza ricorrere a rime e strofe. Lasciamoci incantare da un dettaglio, da un suono, da un significato che ci rimbomba e ci smuove emozioni edificanti. Per noi stessi. E che, eventualmente, sentiamo di condividere come contributo, manifesto della nostra autenticità.
Senza ostentare, né dimostrare nulla. Non si vince niente.
Col sentito piacere di contemplare, omaggiare, celebrare… che sia piacere, che sia dolore. Ogni cosa contemplata e testimoniata con Spirito è bella.

Che ognuno – per Gioco – possa elevarsi a degno membro della Setta dei Poeti Estinti.
E per chi nulla sa di ciò… suggerisco la visione o revisione del film L’attimo fuggente (Dead Poets Society) un film del 1989 diretto da Peter Weir  interpretato da un magistrale Robin Williams nei panni del professor John “Capitano Mio Capitano” Keating.
Nonché consiglio la lettura delle poesie di Walt Whitman (che da poco ho appreso essere un risvegliato).
Così come le poesie di chi vi pare… tante ce ne sono tra i nostri sublimi artisti conterranei; che siano riconosciute formalmente come poesie o che semplicemente vi risuonino come poetiche, di ispirazione al Cuore.
Lasciamoci ispirare da ciò che naturalmente attira la nostra attenzione e ci provoca delle sensazioni.
Osserviamo le sensazioni e apriamo le porte alle Muse. Con uno speciale posto riservato alla Malinconia.
Compriamoci un bel quaderno bianco e con una matita sperimentiamo l’atto magico di descrivere a parole ciò che sentiamo liberi dalla licenza poetica concessa dalla Poesia in cui possiamo Tutto! Da brevi haiku a monumentali Divine Commedie.

Stiamo ritirati nel silenzio e godiamoci ciò che emerge.
E se interagiamo facciamolo – con maturata chiarezza – con chi sentiamo ok per noi: con chi non reagisce alle nostre provocazioni di Spirito.
Tutto quello che facciamo impegniamoci a farlo solo quando davvero lo sentiamo, col giusto stato d’animo. Non c’è nulla di trascendente a fare quello che non sentiamo vero per noi. Quando ci tradiamo l’unica cosa che possiamo sperimentare sono compromessi e compensazioni. In questi giorni specie col cibo, sesso e droghe.
Giochiamo a trasformare la nostra vita in Poesia. A trasformarla con la Presenza.
Proviamoci!

Individualmente Insieme.

Il valore dell'ostruzione nel provocare analisi, valutazioni e rivalutazioni.
- Porta 39; I Ching del Rave -
È l’apparato psicofisico che va risvegliato, non l’anima. “Risvegliarsi alla propria anima” significa questo.
L’anima trasmette ad alta frequenza, ma il ricevitore capta solo le basse frequenze, quindi è il ricevitore che si deve adeguare, cioè che si deve “risvegliare all’anima”.
- Salvatore Brizzi -
Just Now 1.7.23
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