Discorso all’umanità

Discorso all’umanità, tratto dal film Il Grande Dittatore (The Great Dictator) un film statunitense del 1940 scritto, diretto, musicato, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin.

[Video in fondo al testo – anche se “non disponibile” basta cliccare e vedere direttamente su You Tube]

«Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere.
Non voglio governare ne conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo, aiutarci sempre.
Dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza; senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità.
Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo; milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina con macchine al posto del cervello e del cuore, voi non siete macchine! Voi non siete bestie!
Siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui.
Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà!
Ricordate nel Vangelo di San Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo».
Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini ma di tutti gli uomini. Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità.
Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura, quindi in nome della democrazia usiamo questa forza, uniamoci tutti!
Combattiamo per un mondo nuovo, che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno!
I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!»

 


Indubbiamente belle parole che infiammano i cuori strappando consensi.
Il punto è che la storia dell’uomo mostra come questi discorsi continuino ad essere condivisi e approvati senza però trovare quell’immediata concretizzazione che ci si aspetta di fronte ad una logica così chiara, “ferrea”, “amorevole”.
Come mai?
Perché – nonostante la piena condivisione con certe dichiarazioni – è così difficile amarci e amare? rispettarci e rispettare l’altro?
Come mai l’uomo ha così difficoltà ad amare se stesso e i propri simili?

Una delle cause fondamentali è sicuramente la DIFFICOLTÀ A SENTIRE: riconoscere i propri bisogni.
Nel momento in cui riconosciamo, ascoltiamo e manifestiamo i nostri bisogni stiamo accogliendo noi stessi e di conseguenza ci apriamo ad accogliere l’altro; non abbiamo motivo di combattere, di negare, di separare, di distruggere. Il cambiamento è possibile nel momento in cui ci sappiamo confrontare con la nostra verità.
«Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio… Vorrei… »

Fondamentale è SAPERCI ASCOLTARE: sapere a cosa dire di sì e a cosa dire di no; e agire con chiarezza quello che sentiamo.

Nell’inneggiare l’umanità non dimentichiamoci della nostra.
Partiamo dal coltivare l’umanità PER noi stessi nell’ascoltare e seguire la nostra verità: Strategia e Autorità.


Siate tutti uniti!
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