Il Guardiano della soglia è un archetipo fondamentale in ogni narrazione e ricopre un ruolo ‘iniziatico’ nella storia dell’eroe.
È una figura ricorrente in molte tradizioni esoteriche. Viene descritto come un essere dall’aspetto inquietante, posto a custodire l’accesso ai mondi sovrasensibili. Si manifesta al discepolo proprio nel momento in cui questi si avvicina a varcare il velo dell’invisibile, non per distruggerlo ma per metterlo alla prova.
La sua apparizione ha lo scopo di scuotere, scioccare, impaurire, persino respingere chi non è ancora pronto.
Nel cammino iniziatico verso la chiaroveggenza, il Guardiano si erge come soglia vivente tra l’ordinario e lo straordinario, tra ciò che si è stati e ciò che si sta per diventare.
Non è un nemico, ma un custode del sacro, che vigila affinché solo chi ha purificato il cuore possa proseguire oltre.
La sua funzione è quella di mettere alla prova l’eroe, ostacolandone l’accesso al Mondo Straordinario.
Può assumere molte forme:
«è il Cerbero che sorveglia l’ingresso dell’Ade, il Drago che San Michele con la sua forza di volontà spirituale sta per uccidere, il Serpente che tentò Eva, e la cui testa sarà schiacciata dal tallone della donna, l’Hobgoblin che osserva il luogo dove è sepolto il tesoro, ecc. È il re del male, il quale non permetterà che nel suo regno cresca un bambino in grado di acquisire un potere superiore al suo, l’Erode dinnanzi alla cui ira il figlio divino Cristo deve fuggire in un paese straniero, senza che gli sia permesso di tornare alla sua casa (l’anima) finché il re (Ambizione, Orgoglio, Vanità, Vendetta, ecc.) non venga detronizzato o muoia»
(Franz Hartmann, The Dweller of the Threshold, apparso su The Theosophist, vol. XI, 1889)
Il Guardiano della soglia non è contro di te (è PER Te!)
Non è un nemico da eliminare, ma un ostacolo da comprendere.
A volte si manifesta anche nelle persone a noi care, che inconsciamente ci ostacolano per paura di perderci. Chi ci ama, infatti, si nutre della nostra stabilità: ogni cambiamento può sembrare una minaccia.
Il Guardiano, dunque, rappresenta la resistenza al cambiamento, interna o esterna. Superarlo significa affermare la propria volontà di trasformazione. Quando questa volontà è autentica e profonda, l’ostacolo si dissolve o cambia forma: può addirittura diventare un alleato.
Nella narrativa è importante riconoscere nei Guardiani delle soglie degli strumenti narrativi che verificano (testano) la determinazione dell’eroe.
A volte si vincono con l’astuzia, altre volte si arrendono da soli, in alcuni casi diventano preziosi alleati concedendo i loro poteri.
In ogni caso, sono un anticipo del Mondo Straordinario, un varco verso l’ignoto e verso sé stessi.
Un modo potente per affrontare il Guardiano è mettersi nei suoi panni, trasformando la percezione e iniziando così, già, il Viaggio.
Ogni conquista – esteriore o interiore – avrà i suoi Guardiani. Ma è il primo a sorprenderci davvero, perché è lì che la nostra identità viene scossa per la prima volta.
E al ritorno dal mondo straordinario? Esiste un secondo Guardiano?
No.
Il ritorno segna la rinascita dell’eroe, che ha già interiorizzato il cambiamento. Non serve più determinazione per varcare la soglia, ma forza (volontà di spirito) per incarnare ciò che si è diventati.
È al passaggio ‘iniziatico’ della soglia – grazie al confronto col Guardiano – che l’eroe è chiamato a proseguire il Viaggio e vivere ciò che ha compreso nel profondo, trasformando l’esperienza interiore in verità incarnata.
Un altro fondamentale passaggio verso il Ricordo di Sé.