Avvicinarmi a me PER avvicinarmi a te

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Salve a tutti,
dal 28 gennaio al 2 febbraio il Sole ci sensibilizza dall’esagramma 19: la Porta del Bisogno; Avvicinamento.

Dopo aver esperito i desideri per spronarci all’esperienza del nuovo (vedi transito precedente), in questi giorni di inizio anno (Rave), il Programma Evolutivo ci invita a radicarci nei bisogni: ciò che ci è necessario, ciò che è funzionale alla nostra esistenza, al nostro stare-bene/ben-essere.
Spronati dal desiderio, dalla fantasia, dalla speranza che ci spingono a viverci l’esperienza alla ricerca di un senso… innanzitutto dobbiamo avere bene chiaro, come punto di partenza imprescindibile, quali sono i nostri bisogni primari.
Come a dire: “una volta che hai chiarito i tuoi desideri… di cosa hai bisogno per realizzarli?”.

La domanda fondamentale qui è “HAI CHIARO DI COSA HAI BISOGNO?”
Meglio ancora: “HAI – VERAMENTE, VERAMENTE, VERAMENTE – CHIARO DI COSA HAI BISOGNO?”
In questi tempi di confronto con le limitazioni… di cosa hai bisogno per poterle accogliere e trascenderle?
In pratica… “Come fai a farcela?”; “Come puoi non solo garantirti la sopravvivenza ma la vita stessa affinché valga davvero la pena/gioia di essere vissuta?”.
“Cosa puoi fare nel concreto per migliorare la vita tua e dei tuoi cari?”.

È tempo di chiarire di cosa abbiamo individualmente e socialmente bisogno. 
Tempo di chiarire di cosa ho bisogno io e cosa – una volta appagato il mio bisogno – posso contribuire a dare per sostenere i bisogni dell’altro.
In questo senso la Porta 19 ci parla di “avvicinamento”. Avvicinamento ai bisogni: propri e dell’altro, considerando innanzitutto l’altro come “il prossimo”, quello che ci è “vicino” nel senso con cui sentiamo un legame di sangue, di appartenenza e che poi per esteso diventa un legame animico, spirituale. Con questa premessa ricordiamoci la celebre frase: “Ama il prossimo tuo COME te stesso”.
La ricordo qui perché è molto facile sbilanciarci emozionalmente, moralmente, culturalmente verso i bisogni dell’altro perdendo di vista i nostri bisogni.
Dinamica squilibrata di cui prima poi paghiamo un caro prezzo attraverso la rabbia, la frustrazione, l’amarezza, il risentimento e la delusione.
E una volta che “paghiamo” noi… alla fine paga anche l’altro per esserci imposti un sacrificio inconsapevole.
Avvicinarsi ai bisogni significa innanzitutto avvicinarsi alla nostra sensibilità: l’intelligenza emozionale che sa riconoscere con chiarezza ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Bisogno che va dal primario cibo, l’alimentazione, il nutrimento del corpo/materia… fino alla protezione, la possibilità di crescere ed evolvere, procreare e prosperare… elevarci proseguendo la ricerca del senso delle cose, del piacere, fino al nutrimento dello spirito. In questo Cammino dalla sopravvivenza alla vita che è funzionale al Ricordo di Noi.

Tanto si potrebbe parlare di questa spinta ai bisogni che dal materiale si eleva allo spirituale e viceversa, in un avvicinamento sempre più costante e perseverante a quella che è la nostra ricettiva sensibilità che infine punta all’integrazione. Né solo Materia, né solo Spirito.
Il bisogno evolutivo di questa Nuova Era è bisogno di Integrità.
Un’Integrità che per quanto la possiamo cercare e pretendere fuori di noi, possiamo trovarla solo dentro di noi.
Nel momento in cui ci concediamo di ascoltarci e riconoscere i nostri bisogni. Per poi aprirci a riconoscere i bisogni dell’altro in un evoluto ed interdipendente mutuo potenziante supporto.

A tal punto è importante riconoscere la differenza tra sensibilità, insensibilità e ipersensibilità.
Facilmente siamo squilibrati o nell’insensibilità o nell’ipersensibilità: che sia verso di noi o verso l’altro.
O siamo ipersensibili verso l’altro a scapito di una insensibilità nei nostri confronti. Parliamo di buonismo, vittimismo che comporta l’identificazione col salvatore.
O siamo insensibili verso l’altro in funzione di una ipersensibilità nei nostri confronti. Parliamo di narcisismo (non necessariamente patologico) che comporta l’identificazione col carnefice.
In ogni caso queste due modalità si invertono alla bisogna.
Dopo che sono stato ipersensibile nei confronti dell’altro a scapito di una insensibilità nei miei confronti, se non so fermarmi, ascoltarmi e fare chiarezza assumendomi la responsabilità della mia vita e delle mie decisioni, quel che succede è che inverto il senso di marcia e, nel risentimento, inizio ad essere ipersensibile a me stesso e insensibile nei confronti dell’altro. Che sia in un verso, che sia in un altro… finisco col bloccarmi o con lo schiantarmi.
L’unica via di salvezza è riconoscere e contattare la mia innata sensibilità: l’intelligenza del Cuore che mi sa supportare nelle decisioni dove ciò che faccio a sostegno della mia verità non può nuocere l’altro ma anzi lo sostiene. Anche se ciò non appare tale agli occhi della logica razionale della mente identificata e dello spirito ferito.

Non la faccio lunga ma la sostanza è sempre quella: Strategia e Autorità e piantare tamarindi come non ci fosse un domani!

E per chi non ha ancora idea di cosa voglia dire “piantare tamarindi”… qui il link dove attingere all’antica orientale saggezza che conduce all’immortalità (quanto meno a campare sereni e nell’abbondanza fino a 100 anni!): https://youtube.com/shorts/xmDv8Z08528?si=AUgF5U67ZoC1qVzl

Detto questo, in perfetta sintonia col messaggio dei transiti, prendo atto che è domenica e ho bisogno di avere spazio per me, uscire all’aria aperta e piantare i miei tamarindi.

Scherzi a parte, sì. C’è bisogno di una cosa sempre più importante e scarsa in questo tempo: IL TEMPO.
C’è bisogno di Tempo. Anzi. Sotto l’insegnamento plutonico dell’accettazione…. non abbiamo bisogno di tempo in più rispetto a quello che c’è ma di saper ottimizzare, gestire bene quello che c’è.

Ricordiamoci sempre del grande insegnamento che ci sta donando Plutone nella Porta 60 per quest’anno e i tempi a venire: «L’accettazione del limite è il primo passo verso la trascendenza».
Questa frase l’ho citata nel video per l’anno Rave 2024 e mi è stato chiesto cosa sia per me la trascendenza.
Magari la approfondirò in un altro contesto o video ma in sintesi la trascendenza la intendo come “funzionalità”: la funzionalità dell’esperienza umana per l’anima che è qui per trascendere l’identificazione – andare al di là di ciò che pensiamo di essere – e liberarsi nella piena consapevolezza della sua essenza.
Così come del fatto di non essere isolata (ego) ma unita al Tutto (SÉ).
Esattamente come ci insegna il messaggio della Porta 19 in cui il Sole brilla in questi giorni: «Che tutte le cose siano correlate è evidente e si manifesta attraverso l’azione dell’avvicinamento».
Avvicinarmi a me significa avvicinarmi all’altro. Non viceversa.
Riconoscere me significa riconoscere l’altro. Non viceversa.
Quando intendo “non viceversa” intendo che all’inizio bisogna stare su di noi. PRIMA IO, PRIMA ME. 
Non è una questione moralmente egoica ma naturale del processo evolutivo dell’anima incarnata.
Quando abbiamo integrato questo, partendo da Sé, possiamo stare sull’altro e creare una dinamo di auto-consapevolezza dove possiamo concederci di stare sull’altro ma in quanto noi stessi e così avvicinarci all’Essenza, all’Uno, al Tutto.

Bene, signore e signori… non so com’è per voi ma per me è tempo di piantare tamarindi.
Una buona domenica in sensibile conTatto con i propri bisogni.

Individualmente Insieme.

Ps. tempo di avvicinarci a noi stessi e all’altro: carezze, abbracci, baci, stare insieme. Possibilmente mangiando bene, al caldo, in buona compagnia.
Ps.2  in immagine la Piramide di Maslow che mostra la gerarchia dei bisogni e dove il concetto ultimo di auto-realizzazione può espandersi, elevarsi e salire ulteriormente verso il Ricordo di Sé.

Che tutte le cose siano correlate è evidente e si manifesta attraverso l'azione dell'avvicinamento.
- Porta 19, I Ching del Rave -
Just Now 28.1.24
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