Salve a tutti,
dall’11 al 17 agosto il Sole transita nell’esagramma 4: la Porta della Formulazione; la Follia Giovanile.
Personalmente trovo molto interessante che il Quarto dei Legami/Relazioni inizi con due esagrammi del circuito della logica/comprensione: il 7 (vedi transiti precedenti) e il 4.
Il Programma Evolutivo pare mostrarci come, in questa esperienza nella forma, la comprensione logica sia fondamentale: per comprendere l’altro, per comprendere noi stessi attraverso l’altro.
La relazione con l’altro (partner, genitori, amici, sconosciuti, animali, dio, mente, corpo, emozioni, oggetti, natura, universo…) ha tra i suoi scopi evolutivi l’appagare il nostro bisogno di risposte/soluzioni, il nostro bisogno di comprendere lo schema della vita… acquisirne il senso.
Un senso che – è molto importante ricordarci – per quanto sia logico (secondo le convenzioni umane) non è detto che sia vero.
La logica è logica non è necessariamente verità.
La logica segue schemi di comprensione collettivi che non sono necessariamente validi e di valore per la verità che per natura è individuale, soggettiva.
Di fatto la relazione con l’altro ci aiuta a comprendere, a spiegarci alcuni fenomeni, a realizzare il senso di alcune dinamiche, scoprire aspetti sconosciuti, approfondire dettagli… ma, per quanto estremamente utile, non può consapevolizzarci, metterci in contatto diretto con la nostra verità: il che è un processo totalmente nella possibilità e responsabilità del singolo individuo. Per quanto attuabile solo grazie all’interazione con l’altro.
In questi giorni possiamo sentire il bisogno di trovare risposte, logiche, soluzioni, dimostrazioni… che ci offrano un pò di agio alla pressione di certi dubbi.
Attenzione alla fretta mentale di volerci rilassarci alle prime risposte e soluzioni che, lì per lì, sembrano esserci di aiuto ma che in realtà non solo non risolvono i nostri bisogni ma, nel tempo, ci complicano ancora di più la vita. L’illusione di uscire da una gabbia e considerarci liberi solo perché finiamo in una gabbia più grande (che neanche riconosciamo). Pazienza e presenza nelle decisioni.
In particolare mi sovviene di ripassare alcune “trappole” logiche in cui possiamo facilmente imbatterci e perderci nell’illusione di trovare soluzioni. Portiamoci attenzione per non cadere nella “follia giovanile” tipica della logica adolescenziale che crede di sapere tutto e sovente finisce per sbagliare.
In questi giorni (e da questi giorni) stiamo particolarmente attenti nelle nostre relazioni ad evitare di:
– giudicare: criticare in modo reattivo le diversità solo perché non ne comprendiamo la logica. Così finiamo anche per lamentarci e disperdere preziosa energia vitale (nostra e, potenzialmente, anche dell’altro) privandoci dell’opportunità di aprirci e apprendere il nuovo.
– generalizzare: fare di tutta un’erba un fascio, utilizzare cliché. Cadere nell’errore di estendere qualcosa che riguarda il comportamento di singolo individuo o di una singola situazione alla totalità. Ex. siccome il ladro era di nazionalità rumena allora tutti i rumeni sono ladri.
– dedurre, supporre: “Siccome… allora…”; “Visto che… quindi…”; “Ovviamente…”; ,”È evidente…”; “Va da sé…”
il che ci porta anche a dare per scontato che la realtà sia come la immaginiamo (la immagina la nostra mente per rassicurarci dalle sue paure e incertezze).
Se non sappiamo… non c’è da immaginare la risposta ma da chiedere e attendere. Nel dubbio… fai una domanda e non dare già per scontato la risposta.
[non supporre nulla è il terzo accordo proposto Don Miguel Ruiz]
– giustificarci, addurre ragioni/scuse: perderci in spiegazioni usando la logica per non assumerci la responsabilità dei nostri comportamenti e azioni. Significa evitare il confronto con la nostra verità ossia depotenziarci (noi e potenzialmente anche l’altro).
Questi schemi logici sono vere e proprie trappole che ci allontanano dall’assumerci la nostra responsabilità e radicarci nell’unica cosa che davvero conta: la nostra verità/autenticità.
Trappole insidiose, micidiali e sempre più efficaci soprattutto nella nostra società che per quanto a parole osanni certi principi e valori (vedi la verità, la giustizia, la solidarietà, l’uguaglianza, il bene comune…) di fatto non li rispetta e cerca modi sempre più sofisticati ed egoici di evitarli e/o modificarli.
E questa mentalità, questa perversa controproducente logica che da millenni sta soffocando il buon senso, viene (de)generata già all’interno della famiglia di origine e diffusa nelle e con le nostre relazioni. Si sta diffondendo sempre di più la credenza in logiche assurde e disfunzionali che ormai sembrano non essere più filtrate dalla verità individuale connessa con la Logica delle Leggi Universali.
Stiamo osservando sempre più come la logica collettiva sta soppiantando la verità individuale. Il che non è naturale (secondo Natura).
Tempo di sanare questa logica (dis)umana evitando di decidere con la mente logica-razionale e cominciando a seguire ed onorare la bio-logica: la logica della vita insita nelle meccaniche del nostro bio-veicolo. Quella vitale logica che ci porta naturalmente a contattare ed aprire il nostro cuore… il nostro Sé: la vera unica risposta a tutto, tutto ciò che davvero ci serve.
Portiamo attenzione all’uso della logica e alla qualità di tutte le nostre relazioni: a COME noi ci relazioniamo con l’altro, DA CHE SPAZIO (Sé o Non sé?).
Le risposte per vivere non ce le può dare la nostra mente identificata ma solo la vita stessa (Strategia e Autorità).
Basta saperle attendere rimanendo in attento ascolto interiore per chiarire quali sono i nostri profondi intimi bisogni.
È la Vita che costantemente cospira con la nostra anima… a darci tutto quello di cui abbiamo bisogno. L’unica cosa che ci richiede è di Esserci: di dare il nostro contributo chiarendo/consapevolizzandoci su quello di cui abbiamo bisogno.
Come spesso già ricordato Dio/l’Universo è qui per appagare tutti le nostre esigenze ma – anche lui – ha comunque bisogno di noi: “Aiutati che Dio ti aiuta”.
Parole chiavi su cui riflettere e da sperimentare: Fiducia, Umiltà e “Mi dispiace!”
Cominciamo a sostituire l’inflazionato e ormai automatico troppo facilmente (in)giustificabile “Scusa”, “Scusami” con un sentito e consapevole “Mi dispiace”.
Non c’è da scusarci. Scusa di cosa?
Scusa che non ero attento? Che non ero presente?
Facciamo noi l’errore ed è l’altro che DEVE scusarci?
Basta una parolina di scusa ed è finita lì?
Più efficiente per la Nostra evoluzione un “Mi dispiace” che quando sincero sottende una presa di coscienza, un riconoscimento dei nostri errori, una (si spera) assunzione di responsabilità.
Non chiedo a te di scusare me per quello che ho detto e fatto ma sono io che mi dispiaccio della mia mancata presenza in ciò che ho detto e fatto.
Quel sottile penetrante dispiacere tipico dell’amarezza dei Proiettori che riconoscendo nel profondo le cause del fallimento lo possono infine trasformare in un successo/consapevolezza e divenire guide per se stessi e per gli altri. Il che è sempre valido per tutti i Tipi (al di là di certe logiche dogmatiche che attribuiscono certe tematiche solo ed esclusivamente ad un determinato Tipo).
Buone vere risposte bio-logiche (che non necessitano di giustificazioni).
Individualmente Insieme.