Krisi: possibilità mutativa… o no

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Salve a tutti,
dalla metà del 13 alle primissime ore del 19 marzo il Sole s’adombra e transita nell’Esagramma 36: la Porta della Crisi; l’Oscuramento della Luce.

Dopo aver contattato la Grazia e intravisto la Luce… non siamo tuttavia ancora riusciti a raggiungerla.
Ci manca ancora qualcosa per manifestare il nostro sentire, la nostra Luce.
C’è ancora una nuvola che ci impedisce di arrivare al Sole o – possiamo dire con sguardo attento ben allenato alla dualità – che ci segnala la direzione per raggiungerlo. 😉
C’è un’ultimo passo da fare, un’ultimo salto, prima di raggiungere l’Amore che ci attende con la successiva Porta 25 (vedremo la prossima volta).

In questi giorni il Sole ci attiva a livello planetario la Crisi.
Una frequenza che non ci è così nuova visto che Nettuno è nella Porta 36 da inizi marzo 2022 e la lascerà ad inizi aprile 2024 per poi ritornare in autunno e accompagnarci fino a inizi febbraio 2025. Sicché… siamo in anni di crisi.
Crisi fino inizi del 2025 che, assieme al transito di Plutone nella porta della Limitazione (60), ci darà comunque un bell’imprinting per i decenni a venire. Questa Crisi è governata da Nettuno, il grande dissolutore, che dissolve tutto nella crisi o grazie alla crisi; elevando o no la nostra spiritualità… in base a COME ci viviamo la crisi. O tutto cambia e diventa crisi che ci porta ad un blocco di repressione e/o ad una rabbiosa reattività o la crisi cambia tutto e ci porta ad uno spazio di pace e consapevolezza. Tutto sta nel COME ci viviamo la “crisi”.

Tra l’altro il Sole non solo rafforza la frequenza della crisi già portata nel campo da Nettuno ma in più il tutto accade in giorni in cui è definita la forza della Mutazione col Canale 3/60. Sicché stiamo parlando di Crisi Mutativa; Crisi che ci mette a confronto con difficoltà e limitazioni; Crisi che ci porta dall’caos all’ordine e viceversa; Crisi che spinge al nuovo o blocca nel vecchio; Crisi che accoglie in modo innovativo e creativo il vecchio o non sa potenziare  il nuovo; Crisi che porta potenziale malinconia e depressione o incredibile slanci produttivi; Crisi che blocca o sblocca; Crisi che porta mutazione in tutto così come, si spera, anche mutazione dello stesso concetto di crisi.

Di fatto… cos’è la CRISI?
Come mai già solo il nome “crisi” ci spaventa e ne vogliamo prendere la distanza?
È così brutta, nociva, dolorosa e innaturale questa crisi?
E se questa visione della crisi che ci è stata tramandata in “modo oscurato” nei secoli per questioni alimentari, di salute ed economiche… fosse oramai da rinnovare e ripristinare mutandone il senso ripescandone la luminosa origine.

Alle immediate soglie della Nuova Era è tempo di lasciarci andare al nuovo e accogliere ciò che arriva ma avendo ben chiari i fondamenti delle Radici da cui proveniamo. Se l’evoluzione in atto prevede di dover lasciare andare qualcosa… è saggio sapere “COSA” lasciar andare e non trovarci incerti al momento di dover lasciare andare e non sapere cosa.

In termini di parole e della magia di cui sono foriere, prima di farci spaventare dal significato che gli è stato attribuito nel tempo dalle circostanze è, a mio avviso utile andare all’origine etimologica. E ricordarcela bene! Specie finché ancora possiamo e non ci cambiano del tutto le definizioni sui vocabolari che stanno diventando sempre più solo IL vocabolario online di Wikipedia del Sig. Google (che facilmente lo può cambiare come gli pare in base agli interessi di chi ci sta dietro).

Crisi viene dal latino crisis, dal greco Krisis, da Krino, separare dal quale… decidere.
Un momento che separa una maniera di essere o una serie di fenomeni da un’altra differente. Un cambiamento – in bene o in male – dove si è tenuti a giudicare e decidere cosa fare. Crisi in pratica è un decidere di fronte ad un cambiamento: un per lo più inatteso cambiamento che ci induce a prendere una decisione.
Anche nell’antico cinese la parola crisi porta questo significato nei due ideogrammi che significano “pericolo” e “momento cruciale” ad indicare la possibilità che un momento cruciale possa trasformarsi in un’opportunità.
In ogni caso (considerando che il caso non esiste) il punto nodale di questa parola è “possibilità”.
Possibilità di decidere cosa fare della propria vita.

Seguendo ciclicamente il Mandala del Rave tutti noi siamo giunti ora al culmine di un’intensa attività emozionale vissuta negli ultimi mesi.
In questo apice di emozioni e sentimenti… è facile che possa emergere una crisi: principalmente nelle relazioni, nel lavoro; ma anche con le tecnologie, con i mezzi di trasporto, con l’organizzazione di programmi, con ordini fatti… crisi, difficoltà, problemi, ritardi, incomprensioni, fraintendimenti, conflitti, attriti… in poche parole… UN CAMBIAMENTO! Ecco quello che ci porta la crisi: il CAMBIAMENTO.
Un cambio di prospettiva! Un cambio di visione! Un cambio del modo di vedere la realtà!
Siamo nel 1° Quarto dell’anno dove il proposito si attua attraverso la mente. Sicché qui parliamo di una crisi della mente.
Dove la crisi è della mente identificata che – di fronte all’inevitabilità del nuovo, del diverso, dello sconosciuto che il cambiamento porta – deve cambiare prospettiva: deve abbandonare le sue precedenti convinzioni e credenze, le presunte certezze dei suoi schemi, le sue zone di comfort, e aprirsi ad altro.
È in questo delicato momento che essendo così identificati con la mente, entrando in crisi lei… entriamo di conseguenza in crisi noi.
È in questo delicato momento dove la mente manifesta il suo disagio attraverso le emozioni, i sentimenti che noi ci possiamo identificare con certe emozioni e, nella confusione, reagire, fuggire, iniziare a fare frettolosamente cose di cui poi andremo a pentirci. Per confermare di fatto la crisi senza accorgerci che stiamo in realtà noi stessi a realizzare una profezia auto-avverante.

Tutto questo movimento emotivo – tra cicli e sbalzi di piacere e dolore – che ci porta ad ossessionarci in pensieri e preoccupazioni non è qui per bloccarci e farci soffrire ma anzi… è qui per aiutarci a riconoscere i limiti della nostra mente e trascenderli verso un vero più grande piacere: il piacere di liberarci dall’identificazione con la mente e vivere come Noi stessi.
Questa tanto temuta crisi lo è solo per la nostra mente limitata; non certo per la nostra anima immortale che anzi… solo può trarne beneficio in quanto ogni crisi porta con sé quel dolore che – quando accolto ed integrato – ci porta a Riconoscere Chi Siamo veramente.

Se la sappiamo ben cogliere… la CRISI CI PORTA IL PROGRESSO.
Un ENORME PROGRESSO.

Tant’è che possiamo dire e ricordarci come un mantra che “NON C’È PROGRESSO SENZA CRISI”.
E, personalmente aggiungo, “E OGNI COSA HA IL SUO PREZZO”.

NON C’È PROGRESSO SENZA CRISI E OGNI COSA HA IL SUO PREZZO.

La nostra libertà, la libertà dalla schiavitù del condizionamento mentale, è la cosa più preziosa che siamo qui a conquistarci.
Il prezzo è quello di saper trasformare la crisi in progresso, attraverso l’auto-osservazione di ciò che ci porta il dolore, di quella che è la sua natura.

La grande difficoltà che possiamo incontrare in questo processo è questa nostra impostata voglia di cambiare dettata da un egoico voler raggiungere o rifiutare qualcosa sulla base di aspettative mentali che nulla hanno a che fare col vero Volere della nostra anima, del nostro Sé.

Vogliamo così fortemente il cambiamento che poi quando finalmente il cambiamento arriva… lo temiamo e ci blocchiamo.
Perché? Com’è possibile?
Semplice! Perché in realtà non eravamo “noi” a volerlo quel cambiamento ma il nostro Non sé.
Il cambiamento non ci può portare da nessuna parte – se non ad una sicura amara delusione – quando è condito e influenzato di aspettative mentali: di ciò che dovrebbe essere giusto o sbagliato, bello o brutto, buono o cattivo, desiderabile o meno in base ad omologate e omologanti logiche razionali umane.

La crisi intesa come qualcosa che ci porta sofferenza nasce solo dalla mancanza di accettazione di quello che c’è.
Questo non significa che in certe situazioni non ci sia dolore. Il dolore c’è, fa parte integrante della vita.
Non ci può essere piacere senza dolore. Ma quando il dolore è accettato, quando è accolto nella sua natura TRANSITORIA di “messaggero evolutivo”… si trasforma in progresso, in consapevolezza.

La GRAZIA (22) acquisita si qui ci permette proprio di poter accogliere il dolore della CRISI (36) e trasformarsi in FEDE.. per accogliere l’AMORE (25).

Il fine ultimo della crisi è quello di trascendere la speranza e, nella consapevolezza, trasformarla in FEDE.

Quella fede che ci permette di connetterci alla nostra mitologia e realizzare la nostra Leggenda Personale.

Un potenziante iniziatico Viaggio che siamo chiamati a fare ognuno individualmente ma sempre e solo grazie al confronto con l’altro.
Crisi dopo crisi. Progresso dopo progresso. Passo dopo passo…
Sempre e comunque…

Individualmente Insieme.

 

 

NON C'È PROGRESSO SENZA CRISI
...E OGNI COSA HA IL SUO PREZZO
La regola dei cicli in cui il declino è una fase naturale ma non duratura.
L'azione senza consapevolezza porta alla crisi emotiva. Un cambiamento di sentimento è la fine di un ciclo.
- Porta 36, I Ching del Rave -
Alcuni riportano che il secondo ideogramma non sia da tradurre come "opportunità" ma come "momento cruciale". A mio avviso è da considerare il senso più profondo che rimane connesso con il significato di "opportunità" che è insito in chi lo sa cogliere: nella parola e soprattutto nelle situazioni di vita.
Nel confronto con le limitazioni tra le dune delle emozioni ed il deserto della mente... qui a manifestare la nostra Leggenda Personale. O no.
Just Now 14.3.23
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