Solo Tu sei il tuo guardiano

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Salve a tutti,
dal 20 alle prime ore del 25 ottobre il “mio” Sole ci custodisce nell’Esagramma 50: la Porta dei Valori; il Calderone.
Dico “mio” non certo per arrogarmi la proprietà del sole ma lo dico con affetto per la sua specifica posizione in questo Esagramma (la Porta 50) che, su questo piano, mi ha dato i natali (in linea 5) il 24 ottobre di ormai 44 cicli fa.

Il nome mistico di questa Porta è il Guardiano, il Custode. Inteso come il legislatore tribale che stabilisce le regole (di cura) della tribù: cosa è giusto e cosa è sbagliato. Di fatto questo è il compito dell’intelligenza del corpo che si esprime con le sue caratteristiche di istinto, intuito e gusto che trovano appunto nella Porta 50 la loro fonte: l’intelligenza che sa spontaneamente discernere ciò che è sano, nutriente, di supporto da ciò che non lo è.
Qui si stabiliscono i valori di cura che difendono, proteggono e sostengono la sopravvivenza e il benessere della comunità.
Per questo, questa Porta è connessa alla responsabilità e, all’interno dei “cicli della paura” che abbiamo esaminato nei transiti precedenti, qui sta appunto la paura della responsabilità: la paura di prenderci la responsabilità di cura per l’altro, di non avere abbastanza risorse, essere limitati, inadeguati per supportare l’altro (famiglia, amicizie, comunità, nazione… il pianeta stesso). Un grave peso che non è facile sostenere e che facilmente induce allo sbilanciamento verso l’altro e ad identificarci ed esaurirci nel voler appagare i bisogni dell’altro eccedendo nell’assumerci responsabilità che non sono nostre.
In pratica o ci prendiamo troppe responsabilità distorcendo il potenziale di cura per noi stessi e per l’altro o non ci assumiamo le nostre doverose necessarie responsabilità per curare noi stessi e quindi l’altro. Di fatto il punto sta nel non essere responsabili ovvero non riconoscere i nostri limiti ed essere sopraffatti dalla paura invece che dalla consapevolezza e fiducia in ciò che siamo.
C’è da osservare che questo concetto – nonché pratica – di responsabilità sta mutando diventando sempre più individuale.
Se prima, negli ultimi secoli, il senso di responsabilità era indotto da un dovere morale e da un castrante e punitivo sistema di controllo regolamentato, ora (da ora) – per chi è pronto – la responsabilità sta sempre più maturando come decisione individuale.
Dalla morale sociale stiamo passando all’etica individuale. Un passaggio che… non è una passeggiatina bensì un impegnativo Cammino irto di sfide: sfide per la nostra mente limitata.
Questa è la grande mutazione a cui tutti noi siamo chiamati [per chi sente La Chiamata]. 

Interessante notare come di questi tempi col declino della Croce della Pianificazione che con la sua frequenza altamente tribale ci sta influenzando a livello planetario dal 1610, i valori tribali e le conseguenti responsabilità sociali si stanno progressivamente deteriorando o quanto meno stanno subendo una forte mutazione. Tutto sta cambiando all’interno delle comunità e come ho già avuto modo di condividere in passato, le istituzioni che ci hanno guidato sin qui stanno perdendo sempre più di forza e non hanno più lo stesso ruolo di guida. Religione, istruzione, economia, politica… lo stesso nucleo sociale ossia la famiglia (padre, madre, numerosi figli e parenti, affidabili nonni, solida unione di sangue) che un tempo era di fondamentale importanza… sta venendo meno da una certa prospettiva, sta mutando nell’oggettività dei fatti. Dopo secoli e millenni muta il concetto di dio, di morte, di genere, di relazione, di informazione, di ciò che ha valore e ciò che non lo ha. Sta diventando, per certi versi, tutto più vicino, più a portata di mano, più “facile” eppure anche più virtuale, più effimero, sempre più condizionato, manipolato, disumano…. lontano dalla realtà, dagli antichi valori.
Il potere delle Autorità Esterne e dell’apparato burocratico nonché delle forze egoiche, separatrici, anti-coscienza sta sempre più aumentando e si sta sempre più acuendo in quest’ultimo “colpo di coda” di questa fase storica strategica (Croce della Pianificazione) in funzione della fase individuale e ricettiva che seguirà dal 2027 (Croce della Fenice Dormiente).
Questi sono tempi decisamente tosti e limitanti da viverci nell’intensa e densa instabilità che sta portando questa mutativa fase di transizione dove stanno sempre più venendo a mancare i punti di riferimento che ci hanno solidamente accompagnati sinora. Eppure proprio questa instabilità che va a rafforzare l’Autorità Esterna conferendo sempre più potere all’economia, alla politica, alle scienze, alle oligarchie dell’alta finanza è il movimento necessario a provocare nei singoli individui il consolidamento della propria Autorità. Se stiamo osservando sempre più abusi di potere e manipolazione a livello globale è opportuno – ahimé – sapere che questo movimento continuerà a crescere inesorabilmente. La “bolla” deve crescere a dismisura per arrivare a scoppiare. L’umanità deve arrivare a toccare il profondo fondo della sua ignoranza per arrivare a scalare le alte vette della consapevolezza (così com’è indicato anche da millenni nel Kali Yuga) .
Un pò come dire “dobbiamo stare peggio per stare meglio”, dove questa condizione non è certo qualcosa di negativo da subire, nel momento in cui cominci ad aprire gli occhi e ad accorgerti di ciò che sta accadendo, di ciò che sei, veramente.
Come fai ad aprire gli occhi se prima non ti accorgi di averli chiusi?
Come fai a svegliarti se prima non ti accorgi che stai dormendo?
Come fai a liberarti se prima non riconosci di essere schiavo?

Parrebbe una condizione non certo simpatica e auspicabile quella che stiamo vivendo e ci si para di fronte per i prossimi anni, decenni e secoli.
Eppure, come sempre su questo piano duale incarnati nei limiti della forma, come fai a renderti conto di ciò che è sano se prima non sperimenti ciò che non è sano?
Come fai a stabilire cosa ti potenzia se prima non verifichi ciò che non ti potenzia? 
Come fai a sapere cosa ti piace se prima non ti confronti con quello che non ti piace?
Questi sono tempi di profondi confronti con la realtà duale in cui siamo immersi.
Poiché solo attraverso la dualità possiamo raggiungere l’unità.
Così funziona – al momento – lo sviluppo della nostra consapevolezza.

Finora siamo stati dominati da continui schieramenti tra “bene e male”, “giusto e sbagliato”, “buono e cattivo, “destra e sinistra”… che ci hanno sballottato di qua e di là nella convinzione di poter decidere dove stare e cosa scegliere ma – in questi tempi – la realtà ci sta mostrando altro.
Stiamo entrando in un’Era dov’è sempre più chiaro – quanto meno per chi ha occhi per vedere – che non possiamo più relazionarci al mondo come prima in un continuo schieramento motivato da scelte mentali che per natura tendono a separare. Siamo chiamati a vedere con nuovi occhi e rivedere gli antichi valori alla luce di una nuova consapevolezza che punta all’integrità, all’unione. Il che non dev’essere confuso con il buonismo generalista e pacifista (profondamente vittimista e passivo) che tanto sta crescendo come fumo negli occhi per continuare a mantenere la perversa logica della separazione. Intendo un movimento evolutivo che proprio in confronto a ciò che sta accadendo ci mostra come non possiamo più dipendere da valori esterni ma necessitiamo di riconoscere e stabilire i nostri propri valori interni: la nostra etica personale, la nostra integrità individuale e seguire quella e quella soltanto. Certo questo movimento di consapevolezza richiede dei sacrifici… grandi, enormi sacrifici.
In nome della nostra consapevolezza sono chiamate ad essere sacrificate le “nostre” convinzioni, credenze, appartenenze; sacrificati i “nostri” attaccamenti, giudizi, pensieri, ruoli… sacrificato tanto, se non quasi tutto di ciò su cui ci siamo basati per la nostra sopravvivenza da migliaia di anni.
Sacrifici non più ad un qualche dio esterno ma alla nostra umana divinità interiore.
Ciò che siamo chiamati a sacrificare non sono più bestie ma i nostri bassi istinti, le nostre basse emozioni, i nostri bassi pensieri.
Non siamo più qui a sacrificare oggetti ma soggetti: noi stessi, il nostro piccolo “io”/ego.
Non siamo più qui a sacrificare cose altre da noi ma ciò che crediamo di essere e non siamo.
Un’enorme salto evolutivo che implica una piena responsabilità delle nostre vite che non possono più essere determinate da fattori esterni.
Di quante guerre, disastri, crudeltà, manipolazioni, falsità, ipocrisie, omertà, sprechi, disumanità abbiamo ancora bisogno per comprendere che questa non è la strada da seguire? Che non siamo qui per questo?
Come possiamo ancora entrare in guerra nel 2023 dopo tutti i documentati orrori e perdite di  2 guerre mondiali e tutte le guerre successive dal Vietnam alla Guerra nel Golfo, in Afghanistan, Siria ecc.? Come possiamo ancora fare gli stessi errori dopo secoli e millenni? Dopo tutto quello che ci ha mostrato l’inquisizione, l’imperialismo, il colonialismo, il comunismo, il capitalismo… come possiamo essere ancora così ciechi?
Quanto ancora l’ignoranza dell’uomo deve espandersi prima che cominci ad espandersi la sua consapevolezza?
Come possiamo rimanere ancora ciechi di fronte all’evidenza dei fatti?
Come possiamo farci ancora manipolare da chi crede che la guerra sia portatrice di pace?
Eppure, duole molto ma è così. Pare evidente che la condizione umana non possa conoscere la pace senza l’atrocità della guerra. Pare che la guerra abbia ANCORA una fondamentale missione da compiere nella maturazione della nostra umana consapevolezza.
Finché non ci rendiamo conto che la guerra non dipende dall’altro ma da noi stessi… il Programma Evolutivo non può che indurci alla guerra. Una guerra che non dipende certo dall’altro che è brutto, cattivo e ingiusto così come ci è stato trasmesso finora: io contro l’altro perché l’altro è contro di me in quanto minaccia, ostacolo alla mia sete di potere che altro non è che necessità di controllo, che altro non è che bisogno di esorcizzare la paura (della morte) a cui non si sappiamo rispondere perché ancora non sappiamo come rispondere alla vita. Quante assurdità promosse e giustificate in fondo in fondo per una mancanza di responsabilità nei confronti della paura: il saperla riconoscere e gestire in amore a sé stessi.
Possiamo mai riuscire a cambiare atteggiamento e trascendere la paura? a trascendere il tabù della morte?
Possiamo cambiare il modo di concepire la realtà, i nostri valori, le nostre priorità, il nostro modo di vivere cominciando ad amare la vita invece che continuando a temere la morte?

Da chi dipende questo cambiamento?

Dipende da te! Da me! Dipende da ognuno di noi.
Già da più di 2000 anni conosciamo il messaggio “ama il prossimo tuo COME te stesso”, “porgi l’altra guancia”, “chi è senza peccato scagli la prima pietra” ecc. Tanti vari preziosi insegnamenti (non solo cristici) ad educarci a non accettare la provocazione dell’altro, non reagire, non giudicare l’altro, non dare all’altro colpe che in fondo riguardano me, non guardare cosa fa l’altro avvelenato dal paragone e dalla competizione… dove il messaggio è stare su di me, nell’amore a me stesso, nel rispetto della mia unicità, responsabile di quello che sono e faccio. Solo così facendo posso porre fine al conflitto. E sono messaggi che sappiamo da millenni!
Non è combattendo contro l’altro che posso risolvere qualcosa, chiunque sia l'”altro”: dal partner, al vicino di casa, allo straniero.
L’unica strada da percorrere è quella del confronto. Partendo dal confronto con se stessi: la propria Verità. 
A questa comprensione, nel profondo, servono tutte le limitazioni che stiamo vivendo e che si intensificheranno nei prossimi anni. Sempre per chi ha “occhi per vedere” e sa accogliere questo provocatorio paradossale messaggio evolutivo.

È solo nella capacità di confronto con l’altro (inteso come il nostro corpo, la nostra mente, le nostre emozioni… tutto ciò che non siamo e con cui ci identifichiamo) che possiamo conoscere i nostri limiti e quello di cui realmente abbiamo bisogno.

È solo nella capacità di riconoscere la paura che possiamo riconoscere l’amore.
È solo nella capacità di confrontarci con la morte che possiamo dare valore alla vita.

Questo significa rivedere nel profondo tutti i nostri valori, principi e credenze. Rivedere, rivoluzionare completamente noi stessi: il nostro modo di Essere.
Esseri che non vivono più di paure assoggettati da chi le alimenta partendo dalle nostre credenze interne.
Esseri sempre più consapevoli e, in quanto tali, responsabili del proprio potere decisionale: il potere che individualmente può mutare il collettivo, il sociale e davvero renderci “umani”.

In questi giorni ed in questi tempi di grande mutazione (è in transito il Canale della Mutazione: 3/60) siamo chiamati a rivedere e rivoluzionare tanti aspetti delle nostre vite che facilmente abbiamo dato e diamo per scontati e assodati. Tempi di grande Caos che ha il compito di metterci in contatto con i nostri limiti e riconoscerli come stimoli evolutivi in grado di non soccombere alla paura ma riconoscerla come una spinta propulsiva a maturare consapevolezza nel dare vita alla morte ovvero dare profondo significato al Tempo: l’unico Tempo possibile ovvero l’Adesso. La mutazione accade Adesso. Ed è nell’Adesso – Qui-Ora –  che siamo chiamati a rispondere. Il Caos che stiamo vivendo è in funzione di creare Ordine ma non è un movimento casuale…bensì intenzionale: dipende dallo sviluppo di ogni nostra singola consapevolezza.
Se non vuoi più la guerra è molto semplice… smetti di farla! Smetti di farla, alimentarla dentro di te ogni volta che responsabilizzi qualcun altro della tua vita… partendo dal responsabilizzare la tua mente logica razionale di decidere per te. La tua mente separatrice non può decidere per una vita all’insegna dell’unione. Non può farlo per il semplice fatto che non è costruita per farlo. Smetti di conferirgli un potere che non ha.
Smetti di conferire all’altro il potere delle nostre vite: che sia il partner, il lavoro, i soldi, la malattia… così come la nostra mente identificata.
Il messaggio di integrità della Nuova Era ci invita ad assumerci la piena responsabilità delle nostre vite. Quanto meno a muoverci in questa direzione. In accordo al nostro bio-veicolo, alla nostra unicità che diventa necessario e prioritario conoscere ed onorare.
A questo nobile scopo serve tutto ciò che sta accadendo poiché tutto ha un senso e Tutto è sempre PER noi mai contro di noi. 
Per chi risuona con l’informazione di Human Design quello che possiamo fare in concreto è praticare la nostra Strategia e Autorità che garantiscono il corretto funzionamento del nostro bio-veicolo e di conseguenza il potenziale sviluppo della nostra consapevolezza.
Praticare la nostra Strategia e Autorità significa concentrarci su di noi e saperci osservare decidendo di assecondare il nostro sentire, la nostra verità, il nostro Sé.
Dove la paura non può che lasciare spazio all’amore; quello VERO: quello che responsabilizza e rende liberi. Adesso.

Buona assertiva assunzione di responsabilità nel seguire i propri valori: i valori dettati dal proprio Sé.
Dove con respons-abilità, come ben sappiamo, intendiamo l’intelligenza del bio-veicolo che ci sa guidare con la naturale abilità di sapere rispondere a ciò che c’è. Momento per momento. Adesso.
Questa è l’abilità/intelligenza che ci ha fatto sopravvivere finora e, con la nuova consapevolezza di Sé, quella che ci garantisce di Vivere da vivi e non più da non morti; davvero liberi e non più schiavi; uniti e non separati.

Individualmente Insieme.

 

Ricordo sempre che le arti come la pittura, la letteratura e specie in questi tempi il cinema ci mostrano – per chi ha occhi per vedere – la strada da seguire, spesso in largo anticipo. Una delle graphic novel più significative degli ultimi tempi da cui è stato tratto il film del 2009 diretto da Zack Snyder è The Watchmen, letteralmente i vigilanti, le sentinelle, i Guardiani.
In questa graphic novel di Allan Moore ( lo stesso autore di V per Vendetta, John Constantine e della Lega degli Straordinari Gentlemen) il quesito/slogan che si pone in vari momenti della storia (spesso sotto forma di graffiti) è: “Who Watches the Watchmen?” letteralmente “Chi guarda le guardie/i guardiani?”
Un bel quesito che si ispira ad una frase originale latina che recita “Quis custodiet ipsos custodes?” che si traduce in “Chi custodirà le guardie stesse?”, la cui versione moderna nel film è appunto “Chi guarda i guardiani?”.  Una domanda che rispecchia l’idea che può essere difficile ritenere responsabili coloro che detengono il potere. Chi lo farà? Chi sarà responsabile di custodire il potere, i valori, i principi che ci governano e proteggono? Chi davvero detiene il potere su di noi?

In questi ipocriti tempi egoici e guerrafondai dove chi ti dice pubblicamente che ti salva è lo stesso che in segreto ti minaccia è più che mai di attuale riflessione la domanda :I guardiani sono qui per proteggere noi ma chi ci protegge dai guardiani? chi ci protegge da loro? chi – davvero – ha il potere di custodirci e governarci?

Che possiamo tradurre in: i politici sono qui per proteggere noi ma chi ci protegge da loro? Lo stato è qui per proteggere noi ma chi ci protegge dallo stato? I mass media sono qui per proteggere noi ma chi ci protegge dai mass media?  La sanità è qui per proteggere noi ma chi ci protegge dalla sanità?  L’istruzione è qui per proteggere noi ma chi ci protegge dall’istruzione? La giustizia è qui per proteggere noi mai chi ci protegge dalla giustizia? Dio è qui per proteggere noi ma chi ci protegge da lei? La chiesa è qui per proteggere noi ma chi ci protegge da lei? …

La nostra mente è qui per proteggere noi ma chi ci protegge da lei?
La paura è qui per proteggere noi ma chi ci protegge da lei?
La nostra idea di amore è qui per proteggere noi ma chi ci protegge da lei?

Tutto – TUTTO – è in provocatoria funzione di stimolarci a responsabilizzarci di noi stessi: siamo solo noi i guardiani di noi stessi.
Solo tu sei il tuo guardiano.

Con o senza macchie. Con o senza paura.
Di sicuro con una bella dose di ironia e umorismo… spesso denso e nero come il Grande Mistero 😃

Buon proseguimento….

Il valore della continuità storica i cui valori tradizionali servono e arricchiscono il presente e il futuro.
- Porta 50, I Ching del Rave -
Just Now 20.10.23
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