La malattia come equilibrio, la bellezza come cura

Leggendo Hillman si ha l’impressione che egli tratti la malattia come un rituale che ha lo scopo di ristabilire l’ordine universale, l’ordine primevo, riparando al danno generato dalle idee. Gli dei sono diventati malattie, ci insegna Hillman.
Nella cultura del potere l’uomo rifiuta di riconoscere le forze naturali.
Il re di Tebe nella Baccanti, nega a Dionisio il suo ruolo nell’Olimpo; il re di Creta, Minosse, rifiuta il sacrificio del toro bianco che Poseidone ha richiesto.
Dionisio e Poseidone sono le divinità di natura che l’uomo rifiuta di onorare a mezzo del sacrificio rituale.

La malattia viene ad essere l’eco di quel sacrificio che non è stato compiuto, essa ha lo scopo di ripristinare l’equilibrio fra corpo e mente, fra natura e ragione.
Non c’è, in verità, qualcosa da guarire, da cambiare, da migliorare, da analizzare semmai vi è un rito da celebrare in onore dell’anima.
L’anima è, come Persefone, regina dell’infero, il regno dell’invisibilità, degli avi, dei segni, della mancanza, del daimon, del doppio animale, dell’istinto, dell’ombra.
Un infero che è interiorità e profondità, ma che viene frainteso come inferiorità e malignità.

Hillman non vuole consegnare il materiale inconscio nelle mani della così detta consapevolezza dell’Io, piuttosto desidera portare l’Individuo a confrontarsi con ciò che egli ha preteso di poter dimenticare.

Non c’è, in verità, qualcosa da guarire, da cambiare, da migliorare, da analizzare semmai vi è un rito da celebrare in onore dell’anima.

[…]

Ma il grande cuore del pensiero di Hillman è l’amore per l’anima e per la sua magnificente creazione immaginale, che è Bellezza, al punto che la psicologia di Hillman è certamente definibile una eco-psicologia o una psicologia del profondo.
L’anima, evidenziandosi nella natura, non muove verso il bene – bene e male, salute e malattia, vero e falso, giusto e sbagliato sono concetti mentali prodotti dalla cultura del potere che ha bisogno di rendere la natura governabile, prevedibile, misurabile – l’anima muove verso il bello, che non è misurabile o classificabile.
Perciò Hillman radica la sua psicologia non nella scienza, bensì nell’estetica e nell’immaginazione.
Hillman propone le basi di un’esperienza estetica che è la grande alternativa all’esperienza terapeutica, la quale, se propagandata ad oltranza, finisce per divenire la sola via per affrontare mali, disagi e disturbi.

La terapia è la via anestetica che tenta di sedare il ruggito degli dei adirati che sono gli stessi organi. L’esperienza estetica esalta il grido degli organi-dei, fino a poterlo sentire e comprendere con l’immaginazione, ristabilendo con ciò, l’ordine primevo interrotto dalla disobbedienza alla divinità di natura.
Le immagini sono amore.
È l’amore, infatti, che dà origine all’epifania creativa delle immagini, le quali, proprio in quanto sono amore, amano svanire.’

Selene Calloni Williams – James Hillman, il cammino del ‘fare anima’ e dell’ecologia profonda.

L'anima non muove verso il bene...
l’anima muove verso il bello, che non è misurabile o classificabile.
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