Ciascuno di noi si crede “uno” ma non è vero: è “tanti”, signore, “tanti”, secondo tutte le possibilità d’essere che sono in noi: “uno” con questo, “uno” con quello.
Diversissimi. E con l’illusione, intanto, d’esser sempre “uno per tutti”, e sempre “quest’uno” che ci crediamo, in ogni nostro atto. Ma non è vero!
– Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore –
[citazione iniziale della Lezione IV Frammentazione dell’Io tratta dal libro di Salvatore Brizzi Risveglio (terzo ed ultimo libro della “trilogia della trasmutazione”)]
“Siamo” è un insieme di maschere ed attivazioni biologiche che formano il nostro carattere, il nostro comportamento, le nostre credenze, le nostre emozioni, i nostri dolori e le nostre sofferenze.
Tutto ciò crea un’ identità e noi crediamo e ci convinciamo di essere tutto questo.
I comportamenti li hai tu, le credenze le hai tu, le emozioni le vivi tu, i dolori li senti tu, le sofferenze le percepisci tu.
Tutto questo però non sei tu.
Nel passato è racchiusa un’ etichetta statica di ciò che credi di essere, nel presente la possibilità di scrivere nuove pagine della tua storia.
Il futuro lo puoi costruire a partire da oggi.
L’ uomo si identifica con il ruolo che è costretto a vivere: figlio, padre, operaio, padrone, impiegato, dirigente, professionista, intellettuale, furbo, tonto, forte, debole, manager, ministro, disoccupato, ecc…
Per ognuno di questi ruoli esistono comportamenti sociali, abbigliamenti, modi di pensare e di esprimersi a cui ciascuno si adegua inconsapevolmente.
E quindi non siamo mai individui autentici, ma veri e propri imitatori: imitiamo modelli e stereotipi prodotti dalla società in cui viviamo.
Persino nei comportamenti più intimi recitiamo in realtà dei ruoli precostituiti, che non si limitano soltanto a comportamenti ed ad atteggiamenti convenzionali, ma che penetrano anche all’interno delle nostre convinzioni, dei nostri giudizi, della nostra coscienza. Insomma continuiamo a recitare.
L’inquinamento della nostra mente è troppo esteso.
Bisogna imparare a dire la verità, ma per dire la verità, bisogna essere capaci di conoscere che cos’è la verità e che cos’è la menzogna.
Soprattutto quella che raccontiamo in primis a noi stessi”.
– Georges Ivanovič Gurdjieff –