Salve a tutti,
dal 13 alle prime ore del 19 giugno il Sole transita nell’Esagramma 12 (la Porta della Precauzione Sociale; la Quiete).
In questi giorni il Programma Evolutivo rafforza un messaggio valido tutto l’anno: saper informare prima di agire.
In-formare significa ‘mettere nella forma’, un atto creativo di manifestazione della propria individuale autenticità.
Saper informare significa saper manifestare ciò che siamo: la nostra verità.
Saper informare significa sapere da che spazio farlo: dal Sé o dal Non Sé… da uno spazio di pace o di rabbia, rilassato o nervoso. Questo fa una sostanziale differenza!
Per poter contattare questo nostro spazio interno è necessario saperci ritirare in paziente attesa che emerga il giusto stato d’animo, ovvero uno stato d’animo rilassato che non preveda sbilanciamenti emozionali. Quando sentiamo che il nostro respiro fluisce rilassato nella pancia… quello è il momento di manifestare.
Come riportato nell’ I Ching del Rave in merito all’Esagramma 12: “la qualità della limitazione e l’importanza della meditazione e dell’inazione allo scontrarsi con la tentazione di agire”.
Prima di inter-agire con chiunque, per non rischiare di re-agire e basta (tentazione di agire), è nostro compito – in primis per noi stessi – saperci ritirare in ascolto interiore per monitorare il nostro stato d’animo, il nostro umore, le nostre emozioni. Verificare internamente se siamo noi a gestire le emozioni o sono loro a gestire noi: se il nostro stato d’animo è quieto (pace) o turbolento (rabbia).
Per aprirci all’altro ed essere ricevuti – affinché il contributo della nostra unicità possa manifestarsi e attecchire portando mutazione – dobbiamo prenderci il nostro tempo per sentire se siamo presenti a ciò che abbiamo da dire/agire o no. Questo determina se ciò che manifestiamo ha come proposito finale il costruire o il distruggere.
SE, in coscienza, ci rendiamo conto che non siamo in uno stato d’animo rilassato e costruttivo non è il caso di interagire. Finiremmo per parlare, al massimo comunicare ma ciò non basta per dialogare, creare un confronto tra individui. Quando non c’è chiarezza in noi il nostro cercare di comunicare si traduce con un sordo monologo o con un vomitare all’altro la nostra confusione, i nostri dubbi, le nostre paure intrise di giudizi. Questo non è dialogo e non è potenziante né per chi lo trasmette né per chi lo riceve.
Prima di interagire con qualcuno è opportuno chiederci: chi sta parlando in me? di cosa ho bisogno? come lo sto chiedendo? da che spazio sto informando?
Ciò che ho da dire è così importante da rompere il sacro spazio del silenzio?
Se non abbiamo chiarezza in noi l’unica forma di comunicazione possibile è il silenzio: un dialogo interno tra noi stessi in silente attesa che emerga la verità ed il momento propizio per condividerla.
Silenzio nell’attesa ma anche come mezzo più appropriato di manifestare la nostra verità e stabilire un profondo empatico contatto con l’altro.
Nel silenzio possiamo manifestare ogni cosa e, talvolta, il suo potere vale più di mille grida.
Ciò che davvero importa è, in ogni caso, che a manifestarsi sia la nostra verità.
E se ciò non è accaduto… c’è sempre valida occasione per ritirarci, farci un profondo esame di coscienza e, se proprio abbiamo reagito da uno spazio inconsapevole, al momento opportuno possiamo condividere con umiltà che ci dispiace di non essere stati presenti nelle nostre parole ed azioni.
Il ricettivo rilassato silenzio e un sentito ‘mi dispiace’ sono due strumenti di grande potenziamento nell’apertura sociale.
Siamo qui per portare innovazione, creatività, evoluzione, autenticità, grazia.
Anche rabbia, tristezza, disagio, dolore… purché sentiti e manifestati in modo autentico, con presenza.
Nulla è distruttivo, né può nuocere quando manifestato da uno spazio di autenticità.
Se in ciò che diciamo e agiamo non ci sono questi propositi, non c’è verità… stiamo ritirati in silenzio, in attesa che emerga.
O c’è o non c’è. E se non c’è… attendiamo finché non c’è. Solo una questione di tempo (funzionale all’introspezione).
Tempo di rinnovato modo di concepire e vivere la solitudine, la malinconia, il ritiro, la rabbia, la pace, il silenzio, la presenza: nostra e dell’altro; il potere mutativo della verità individuale.
Buona rivoluzionaria manifestazione nell’impattante quiete dello spirito.
Individualmente Insieme.