Che opinione hai delle “tue” opinioni?

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Salve a tutti,
dal 24 al 29 marzo il Sole ci scruta dall’esagramma 17: la Porta delle Opinioni; il Seguire.

In questi giorni (da questi giorni) siamo invitati ad osservare le nostre opinioni, le nostre convinzioni, come si formulano i nostri giudizi, su quali dettagli ci attacchiamo per determinare la logica in cui crediamo e che ci fa sentire in armonia, sereni, giusti, “a posto” con gli altri (protetti dal loro giudizio); quella logica che, proteggendoci dal giudizio dell’altro e quindi garantendoci la sopravvivenza, difendiamo al punto tale da creare separazione tra noi e l’altro (come conseguenza della separazione interna tra noi e noi nel momento in cui ci fidiamo di ciò che esterno a noi).
In questi giorni (da questi giorni) c’è da riconoscere – e il Programma Evolutivo ce ne darà certo modo –  quali sono le nostre opinioni/convinzioni riguardo ai vari aspetti della vita. Ed è il caso di riflettere su come queste opinioni, queste convinzioni, con le loro logiche, ci condizionano la vita.
Cosa reputo giusto? Cosa sbagliato? La guerra… Russia o Ucraina, Israele o Palestina; il clima… macchina elettrica o no; la religione… il papa è quello vero o no, il crocifisso va esposto in aula nelle scuola o no; l’economia… soldi digitali o cartacei, bitcoin o no; quel lavoro è redditizio o no; quella persona è affidabile o no; quel cibo è sano o no; quel film è interessante o no; quella maglietta è bella o no. Su tutto possiamo esprimere un giudizio e quindi un’opinione che esprime la nostra comprensione su quel dato argomento, schema, logica. Poiché le opinioni si basano sui dettagli anche sulla stessa opinione possono emerge opinioni diverse tanti quanti sono i possibili dettagli osservabili e osservati. Ogni opinione manifesta una possibile logica, una possibile comprensione.
Qualcosa che indubbiamente segue una logica condivisibile ma che non necessariamente si può considerare logica per tutti e può non essere vera.
Le diverse opinioni sono molto utili in quanto ci mostrano quanto possono essere diverse le prospettive su un determinato aspetto e, in questo senso, offrirci un valido servizio nel comprendere qualcosa sotto vari aspetti. Nel contempo l’attaccamento alle opinioni, l’attaccamento all’identificazione con la propria mente e le sue prospettive, può creare separazioni, attriti, conflitti… guerre.
Ogni cosa può essere vista in modi molto diversi in proporzione alle unicità in gioco.
Come fare a trovare la propria direzione in questo oceano di opinioni, di logiche diverse?
Tempo di chiederci:
Fino a che punto sono certe e sicure le mie opinioni? Sono davvero giuste ed inconfutabili?
Che influenza hanno le mie opinioni nella mia quotidianità? nelle mie relazioni? nella mia felicità?
Cosa sono disposto a fare pur di difendere le mie opinioni? ciò che penso su una determinata cosa/persona/situazione?

Ma soprattutto… sono davvero “mie” le “mie” opinioni? Quanto sono “mie” e quanto indotte dal condizionamento esterno?

Ricordo che in questi mesi ci stiamo sempre muovendo sotto l’influsso del 1° Quarto, il Quarto dell’Iniziazione che ci ispira all’educazione mentale: a saper usare la mente in modo consapevole per poter fluire nella forma in accordo alla nostra unicità… e ricordarci Chi Siamo veramente.
La settimana scorsa siamo stati iniziati alla mente innocente, ad amare la nostra mente per educarla a poter accogliere e amare le diversità senza temerle, come quando eravamo bambini.
Questo è il punto di inizio della nostra esperienza di vita, qui sulla Terra, e si spera sia anche il punto di fine nel riuscire a mantenere tale innocenza di mente e spirito tipica dei bambini, con una maturata consapevolezza che dovrebbe appartenere agli adulti e ancor più a saggi anziani.
Tuttavia, come abbiamo visto più volte in questo piano duale, tutto è appunto governato dalla dualità e per arrivare alla consapevolezza è necessario sperimentare gli opposti. Sicché partendo dall’innocenza, sin nocère = che non nuoce, che possiamo considerare di fatto “senza giudizio” – per poter approdare ad un’innocenza consapevole… bisogna passare dalla formulazione di un giudizio. Facoltà che è appunto propria della mente e ci rende differenti dagli (altri) animali.
In questi giorni il Programma Evolutivo ci invita a sperimentare e portare attenzione sulle “nostre” opinioni e sulla fonte da cui queste opinioni scaturiscono, ovvero i giudizi. Giudizi che altro non sono che logiche considerate valide dal collettivo in quanto utili a sopravvivere e garantire la futura sopravvivenza della specie. Da che nasciamo in un contesto socioculturale per sopravvivere ci insegnano certe logiche che progressivamente si instaurano dentro di noi programmandoci a vedere e riconoscere le cose in un certo modo. Un modo logico ma che non è detto sia vero e di sicuro non necessariamente “nostro”, autentico, in quanto acquisito dall’esterno e nello specifico da una mente che, per sopravvivere, ha imparato a separare, paragonare, distinguere.
Qui sta un grande paradosso: la stessa mente che è costruita per separare è destinata a mostrarci che tutto è unione.
Che la mente sia qui a separare, paragonare e distinguere non lo possiamo certo considerare negativo, anzi. Se la mente non avesse queste qualità non saremmo riusciti a sopravvivere finora nel corpo. Tuttavia è proprio attraverso l’uso consapevole della mente che riusciamo a ricordarci chi siamo, ovvero anime immortali. Quindi la mente ci induce a identificarci nel corpo ma la stessa mente è programmata per aiutarci a identificarci con l’anima.
Com’è possibile che questo accada?

Sempre per il principio duale per cui per unire devi prima separare.
La nostra mente è qui per separare e inizialmente lo deve fare per comprendere. Qui, su questo piano duale, non puoi comprendere una cosa senza paragonarla con qualcos’altro. Perché è così che funziona la nostra mente ed è con questa che siamo abituati a navigare in questa illusione che chiamiamo realtà.
Il passo successivo e necessario è però quello di comprendere che, nel profondo, la separazione non esiste. La separazione è solo un’illusione.
Questa è la grande sfida per la mente e per la nostra identificazione con lei (la mente): passare una vita a dover separare per sopravvivere per renderci conto che nulla è separato se non nella logica della nostra mente che non ha nulla a che fare con ciò che è biologico: che segue la logica della Vita.
Per riuscire in questa immensa impresa di vedere che tutto è unito/Uno, serve la mente come strumento ma la mente non può agire questa visione.
La mente è come un cannocchiale che va regolato per mettere ben a fuoco l’oggetto dell’indagine ma chi opera tale “regolazione” è il nostro “Cuore”: l’intelligenza del nostro cuore ovvero il nostro “sentire” che è l’agire della nostra anima: ciò che ci permette di consapevolizzarci di quello che siamo.
Per non perderci nelle separazioni, giudizi, paragoni della mente è necessario aprire gli occhi del cuore e fare come i bambini: ricominciare a “sentire”.
Quel “sentire” di cui eravamo capaci prima di imbatterci nelle necessarie “ferite” dettate dal confronto con le limitazioni e che hanno proprio lo scopo di metterci in contatto con il dolore e quindi col sentire per maturare i nostri talenti.
Sentire, riconoscere le nostre emozioni per comprendere le nostre convinzioni, come funziona la nostra mente e le sue credenze e riconoscere che noi siamo altro… ben altro.

Specie in questi giorni portiamo attenzione alla formulazione delle nostre opinioni, dei nostri giudizi… dove va la nostra attenzione e se è funzionale o no alla nostra Pace, Soddisfazione, Riconoscimento e Sorpresa. Giorni di ricerca della verità… sì ma quale? Quella autentica o quella del collettivo, della morale?
Attenzione ai grandi inganni della mente che ci porta ad una spietata ed impietosa autocritica che sfocia nel vittimismo e bassa autostima o ad un’eccesso di sicurezza mentale (pretesa di avere ragione) che sfocia in saccenza e arroganza. In entrami i casi sono manifestazioni di idiozia così come è idiota ogni nostro atteggiamento automatico che non sia radicato nel nostro sentire.
Facilmente la mente tenderà a rivolgersi al futuro e preoccuparsi. Noi ricordiamoci che ciò che conta è adesso e il futuro dipende da come viviamo il presente: adesso.
Non fidiamoci della logica della mente e affidiamoci alla biologica del nostro sentire che comunica attraverso il nostro corpo.

Alleniamoci all’AUTO-OSSERVAZIONE nella pratica della nostra Strategia e Autorità.

Buona sperimentazione delle tue sentite opinioni… del tuo sentire (nel corpo).
Individualmente Insieme.

 

L'antica legge che chi vuole governare deve saper servire.
- Porta 17, I Ching del Rave -
Just Now 25.3.24
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