Direzione Ricettiva

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Salve a tutti,
dal 3 al 9 maggio il Sole ci accoglie, ci potenzia e ci guida (nella Forma) dall’esagramma 2: la Porta della Conoscenza Superiore; il Ricettivo; il Conducente (lo chauffeur).

Con la Porta 2 (il più YIN di tutti gli esagrammi) inizia il 2° Quarto detto della Civilizzazione, della Forma.
Dopo il 1° Quarto dell’Iniziazione dove il proposito si compie attraverso la mente/anima che è educata a saper stare a suo agio nella Forma (materia, corpo)… ecco che ora il proposito si sposta sulla Forma e su quello che è necessario manifestare in questo mondo dopo la nascita.
Da inizi maggio a inizi agosto quel che abbiamo concepito nella Mente è chiamato ad essere concretizzato nella Forma. Siamo entrati in questo Quarto prevalentemente YIN che si occupa di tutto ciò che struttura le nostre comunità, civiltà: ciò che supporta la forma in modo che chiunque possa crescere e prosperare; tutto ciò che supporta la manifestazione nella materia (in questo Quarto ci sono tutte le porte del Centro della Gola: il centro della manifestazione – comunicazione/azione).

È particolarmente significativo che la Forma inizia con il più ricettivo degli esagrammi (il più YIN = tutte le 6 linee spezzate). La Forma e di conseguenza la vita materiale come la conosciamo, inizia con il principio femminile che riceve, accoglie tutto, e indica la direzione evolutiva in cui il Tutto è individualmente chiamato a manifestarsi nella sua unicità per dare il proprio differenziato contributo all’Esistenza. Dove la Direzione è di per sé la Ricettività stessa: quella totale apertura che è connaturata nell’universo, ne determina la direzione/evoluzione e che noi umani chiamiamo Amore: la Direzione che guida non separando ma unendo, includendo, integrando… volgendosi all’UNO (UNI-verso = verso l’UNO).

Quel che di essenziale vi è da sapere e ben integrare è che la Direzione che ci guida non dipende da un’atto di umana volontà, né è frutto della coscienza.
Usando le parole di Ra Uru Hu «è meramente una funzione meccanica del nostro bioveicolo che ci mantiene uniti nell’illusione della nostra separatezza e che determina la nostra direzione unica ed individuale nella vita».
La Direzione non la decidiamo noi. Non di certo con la mente, con la nostra Personalità (chi credo di essere).
La Direzione ce l’abbiamo già inscritta nel nostro bio-veicolo.
Ci è già stata data.
La Direzione è determinata dal nostro conducente, il nostro chauffeur: il nostro Sé. Il nostro Sé sa perfettamente DOVE e COME guidarci.
DOVE = all’UNO; COME = con Amore, nel rispetto della nostra Unicità in connessione/comunione col TUTTO.
Quel rispetto della nostra unicità che su questo piano materiale limitato si concretizza col rispetto delle regole che governano la natura del nostro bio-veicolo: Strategia e Autorità.

Nell’ultimo transito (vedi transito precedente) si parlava di Ritorno: la mente che torna e ritorna in continua ricerca per poter razionalizzare il mistero.
Qual è il mistero che si impegna così tanto a voler rivelare la mente?
Dove torna la mente quando è guidata dal Sé?

Torna al Sé. Il Mistero che così tanto cerchiamo con la mente… di fatto siamo NOI.
Dopo tutto la domanda esistenziale per eccellenza è CHI SONO IO?
Il punto qui è:  COME faccio a rispondere a questa domanda? a trovare la mia direzione? a unirmi al Tutto?
La risposta è sempre fornita dal Sé, dalla Conoscenza Superiore del nostro Sé. Il segreto sta nella RICETTIVITÀ.
Essere Ricettivi. Saper Essere… Ricettivi.
Come recita il messaggio dell’esagramma 2: la Ricettività è la radice di ogni azione. Attraverso la quale si determina ogni risposta.

Sotto questi transiti iniziatici (sempre attivo in questi giorni nei transiti il canale dell’Iniziazione 51/25), alle soglie della Nuova Era, siamo iniziati ad educare la nostra mente alla ricettività: ritornare alla nostra natura ricettiva = il SENTIRE.
Naturalmente connessi alla Natura, alle Leggi Universali come lo erano i popoli da noi considerati primitivi. Un tempo, tanto tempo fa, noi uomini eravamo un tutt’uno con la Natura e le sue Leggi finché non abbiamo dato potere decisionale alla mente che – con la sua forza separatrice – ha interferito in questo intimo legame/unione tra noi e il Tutto.
Tuttavia questa separazione era contemplata nel Programma Evolutivo e Tutto segue una Intelligenza Superiore che punta all’evoluzione.
Come già trasmesso più volte, in un Universo dove Tutto Esiste ed è contemplato e punta alla consapevolezza di sé (all’auto contemplazione consapevole)… per poterci unire dobbiamo prima poterci separare. Sicché è vero che a paragone dei popoli primitivi, di ciò che eravamo, sembra che ci siamo involuti (e per certi versi è anche vero) ma è un processo transitorio necessario per ritornare a quella condizione di naturale ricettività da un più alto stato di consapevolezza grazie all’evoluzione della nostra mente che si sta attuando attraverso la consapevolezza emozionale. L’uomo ha dovuto sviluppare la mente separandosi (illusoriamente) dalla connessione col Tutto per poter prendere dimestichezza con questo strumento (la mente) e sviluppare la consapevolezza per non limitarsi ad essere ricettivo ma per evolversi nel sapere di esserlo.
Un conto è essere. Un conto è sapere di essere: essere consapevoli.
Noi stiamo seguendo la Direzione verso la consapevolezza.
Che può essere attuata – su questo limitato piano duale – solo attraverso il riconoscimento e la riconciliazione degli opposti.

Una delle grandi iniziazioni di questa Nuova Era è appunto il saper riconoscere la dualità per poterla trascendere.
Non c’è altro modo.

È ciò che in particolare siamo chiamati a sperimentare/vivere in questi anni.
La chiave è la RICETTIVITÀ: saper accogliere, saper integrare. Sapere che nulla è a caso e tutto ha un senso.
Sapere che il dolore è funzionale al piacere; la confusione è funzionale alla chiarezza; la crisi è funzionale al progresso; il caos è funzionale all’ordine; la guerra è funzionale alla pace; la distruzione è funzionale alla costruzione; la paura è funzionale all’amore. Tutto è funzionale.
È funzionale se lo sai riconoscere ed utilizzare/agire consapevolmente.
Siamo spinti versi questa direzione di integrazione. Tuttavia, come spiegato poc’anzi, siamo in una fase di transizione dove ci stiamo confrontando con la densità della dualità nei limiti percettivi, cognitivi della nostra mente limitata che tende a separare. Sicché in questa delicata iniziatica fase evolutiva è molto facile che ci si perda in idealismi, buonismi, fanatismi, estremismi che pensano di integrare MA sulla base di moralismi dettati da condizionamenti esterni e dal potere dato alla mente identificata, INVECE che seguire la direzione della propria Autorità: il proprio Sé.
Non ci potrà mai essere integrazione se continuiamo a dare potere decisionale alla mente identificata (Autorità Esterna) invece che al nostro Sé (Autorità Interna).
Non ci potrà mai essere integrazione se continuiamo a pensare per decidere invece che SENTIRE.
Non ci potrà mai essere integrazione se continuiamo a paragonarci, guardare fuori di noi, quello che dice o fa l’altro e vivere separati tra paure, preoccupazioni e giudizi, invece che stare su di noi… in noi, integrati con noi stessi e di conseguenza con gli altri, il Tutto… nell’accoglienza di quello che c’è.
Nel momento in cui non stai accettando/accogliendo quello che sei e stai vivendo adesso… ti stai disallineando dal tuo Sé e di conseguenza ti stai disallineando dal Tutto.
Da qui nasce la sofferenza. Ogni forma di sofferenza nasce dalla separazione con quello che c’è e sei. Perché quello che c’è e sei è reale ed è tutto ciò che esiste per Te. Se ti dissoci da questo, nel momento in cui non accetti questo… per forza soffri: ti stai allontanando dalla Fonte.
Importante quindi è comprendere che la sofferenza non è “male” ma un atto d’amore che ha la funzione/scopo di segnalarti (nel corpo) che stai sbagliando direzione.
Si spera, ci si augura che nel momento in cui si “soffre” si cerchi di trovare una soluzione per cambiare questa stagnazione e ritornare a fluire.
La sofferenza ci induce a cambiare quella posizione mentale che ci induce a non cambiare: a non fluire in quanto noi stessi.
La sofferenza arriva come segnale quando non stiamo manifestando a lungo la nostra unicità.
La sofferenza arriva come segnale quando non siamo ricettivi alla nostra unicità (e di conseguenza all’unicità dell’altro).

La sofferenza è uno stato dell’essere – illusorio – partorito dalle forze separatrici che si manifestano attraverso l’identificazione con la mente.
La soluzione per uscire da questo stato, o meglio PER ridirezionarsi, ritrovarsi… è la RICETTIVITÀ: la Direzione che porta al nostro Sé, che porta all’Amore/UNIONE/UNO.

La chiave pratica per sperimentare questo è la pratica di Strategia e Autorità = saper attendere per SAPERTI ASCOLTARE… PER ASCOLTARE LE INDICAZIONI DEL TUO CONDUCENTE: il tuo Sé Superiore.

Buona ricettività per saperti ritrovare e manifestare la tua unicità.

Individualmente Insieme.

La ricettività come base primaria attraverso cui si determina ogni risposta.
La radice dell'azione.
- Porta 2, I Ching del Rave -
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