La forza della goccia: la perseveranza

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Salve a tutti,
dal 31 dicembre 2023 al 5 gennaio 2024 il Sole lotta dall’esagramma 38: la Porta del Lottatore; Opposizione.
Come già annunciato nel precedente transito (vedi transito precedente) nelle prossime settimane saremo sollecitati da quasi tutte le porte del Centro della Radice (il centro della pressione esistenziale) nella ciclica pressione che ci spinge verso il nuovo ciclo (ricordo che per Human Design il nuovo ciclo annuale inizia il 22 gennaio quando il Sole entra nella Porta 41 che è la porta del “codone iniziatore”).
Dopo la gioiosa spinta alla vita (Porta 58), in questi giorni siamo stimolati dal combustibile per lottare e combattere.
In pratica la gioia di vivere, l’amore per la vita si trasforma in capacità di lottare.
Una spinta naturale tra le più antiche sperimentate dall’uomo e tra le più fondamentali dato che da essa è dipesa la nostra sopravvivenza.
Qui abbiamo a che fare con una potente energia primordiale che ci permette di reagire con aggressività di fronte alle minacce.
Un aggressività, una rabbia, che poi, con l’arrivo della mente e dei suoi moralismi, è stata giudicata come qualcosa di sbagliato, di pericoloso, da non attuare.
Un atteggiamento che ci ha permesso di sopravvivere per milioni di anni, che ci ha caratterizzato nel profondo come specie umana ma che sempre più quando la attuiamo o la vediamo attuare ci spinge al giudizio e al senso di colpa prendendone le distanze come se fosse qualcosa che non ci riguarda.
E invece ci riguarda eccome! Questa spinta a lottare fa parte integrante della vita e non può essere eliminata o nascosta. Ogni tentativo in tal senso di celare o sedare questa forza non farebbe che aumentarla fino a farla esplodere. Un buonismo controproducente (se mai ce ne fosse qualcuno di producente).
Ricordiamoci che questa energia per lottare, per farcela, come tutte le forme di energia non può essere eliminata ma solo trasformata.
E se non la trasformiamo noi con la nostra consapevolezza ci trasforma lei nella nostra inconsapevolezza.
È più che mai opportuno guardare in faccia questa energia di lotta e riconoscere che fa parte di noi: accettarla, accoglierla. Solo così possiamo trasformarla.
La lotta è una spinta naturale alla vita, a far sì che la vita trionfi e per sua natura è una spinta che non è mai contro qualcosa/qualcuno ma PER qualcosa/qualcuno. Questa forza scaturisce il suo massimo potenziale quando è al servizio e non contro.
Sicché va da sé che questa spinta a lottare non la possiamo usare contro la lotta stessa. Questa forza funziona al meglio quando è donata al servizio di un ordine superiore ovvero del proprio Sé. Un’aggressività che possiamo trasformare in grinta, in assertività, in capacità di lottare che non significa imporsi sull’altro ma imporsi ai propri condizionamenti mentali che sono quelli che ci creano resistenze e sofferenze.
Questa è la vera lotta che siamo chiamati tutti ad affrontare. Non certo una lotta per difenderci contro un nemico esterno ma la lotta per difenderci da un nemico che si è esterno (Autorità Esterna) ma risiede dentro di noi e con cui tendiamo ad identificarci fino a farci condizionare nelle decisioni.
Questa lotta con la nostra stessa mente identificata, nel tempo, si sta facendo sempre più “sottile”, subdola, pressante e decisamente ardua quanto necessaria se vogliamo davvero evolvere. Non c’è da evitare l’uso di questa forza ma da incanalarla correttamente in accordo ai propositi del nostro Spirito.
Questa nostra capacità di lottare va assolutamente contattata e manifestata così come va contattato e manifestato un sentito proposito su cui investire tutta questa energia. Un’energia che ben polarizzata, concentrata, diventa assolutamente creativa.
Teniamo conto che ci vuole davvero tanta energia per creare. Molta più di quella che ci vuole per distruggere.
Il fattore determinante per resistere al basso istinto che ci riporta ad una natura animale meramente reattiva e aggressiva ed poter elevare tale forza ad energia creativa è la perseveranza. La perseveranza è l’ottava superiore all’ottusità e alla testardaggine tipica della lotta “ignorante”: la lotta mentale di chi vuole avere ragione a tutti i costi e che non riesce a vedere la visione d’insieme ma ragiona solo accecato dalle sue convinzioni.
Quando invece a muoverci è lo Spirito, il nostro Sé e quando a questa direzione uniamo la forza della perseveranza… nulla ci può fermare.
Non è la forza violenta a portare risultati concreti e duraturi ma la perseveranza.
Così come non è la forza della goccia che scava la roccia ma la sua costanza.

In questi mesi e verso il nuovo ciclo annuale, i Nodi Lunari, ci dipingono un ambiente caratterizzato da forti cambiamenti, in cui i temi principali sono incertezza e paura del fallimento che, se ben affrontati e vissuti come stimoli, diventano dei grandi potenziali di crescita.
Come ci ricorda l’insegnamento della porta 38: «La capacità di preservare l’integrità individuale attraverso l’opposizione alle forze dannose».
È proprio nell’opposizione alle forze dannose (non funzionali al nostro sé), è nel confronto con le resistenze che possiamo riconoscere e far emergere il nostro potenziale di unicità. In questo senso è proprio grazie alle relazioni, specie quelle più intime in quanto più “sfidose”, che può emergere chi siamo davvero, qual è la nostra missione.
In questo clima di cambiamento che stiamo vivendo, per avere successo necessitiamo di cambiare la prospettiva sulla realtà.
Vedere che certe dinamiche che consideriamo “contro” di noi, in realtà giocano a nostro favore. SE lo riusciamo a vedere.
È necessario cominciare a riconoscere che non dobbiamo più lottare in un certo modo com’è stato sinora sulla frequenza “mors tua vita mea” che per lo più nella nostra quotidianità si declina con il pretendere di avere ragione e pensare solo al proprio orticello ma, pur rimanendo in una frequenza individuale (perché la lotta è individuale), non abbiamo più da temere la morte come causa di un fattore esterno ma riconoscere che la morte più pericolosa e atroce è quella interna quando ci lasciamo sconfiggere dalle paure della mente.
Temiamo la morte fisica ma, attenzione, anche la morte della nostra personalità, il nostro piccolo ego: chi crediamo di essere.
Sotto questo transito che parla anche di provocazione: Hai più paura di non esserci più? o di non essere riconosciuto per quello che sei?
E se temi di non essere riconosciuto per quello che sei? Se temi di poter essere rifiutato per quello che sei?… almeno sai chi sei?
Chi sei tu? Cosa sei qui a fare al punto da meritarti di incarnarti in questa vita?

L’unico modo che abbiamo per trascendere la morte, qualsiasi essa sia, è avere un chiaro proposito per cui vivere. O meglio un chiaro proposito per cui morire. In quanto è la morte che dà senso alla vita. Non dimentichiamocelo mai specie in questi tempi che ci invitano ad un cambio di prospettiva nell’integrazione tra gli opposti.
L’essenza stessa della lotta è fondata sul cercare una ragione per vivere. Per questo lottiamo. Non per avere ragione ma per una ragione per vivere.
Una ragione che non è razionale ma essenziale, vitale.
Proprio dalla porta 38 nasce la corrente della coscienza intuitiva che ci invita a contattare il nostro sapere interno, a fidarci di quello che emerge dalla nostra anima e seguirlo… perseguirlo… perseverando nel manifestarlo/manifestarci… costi quello che costi, anche la vita stessa!
Personalmente quando uso l’espressione “costi quello che costi” mi rilassa profondamente sapere che l’Universo è Abbondanza Infinita.
Nel momento in cui agisco connesso col mio Sé, col Tutto, con l’Uno… quale costo può essere così elevato se posso attingere all’Abbondanza Infinita?
Quale forza detrimentale può opporsi al mio Cammino, alla mia Missione quando ho Tutto il supporto di cui ho bisogno?
Cosa mi può fermare quando sono guidato dal mio Spirito, dalla Vita stessa?
Non c’è nulla che mi possa fermare, neanche la morte in quanto a morire è solo il mio temporaneo involucro esterno non certo la mia essenza.
Eppure, qualcosa che mi può bloccare c’è: la mente identificata.
Non c’è nulla che mi possa bloccare nella vita come le paure da cui mi faccio soggiogare, le scuse che mi racconto, le giustificazioni da cui mi faccio indebolire, le convinzioni e credenze da cui mi faccio abbindolare.
Eppure, a ben vedere, quando sono bloccato da chi dipende?
Da me.
Da me quando non sono connesso con la mia stessa natura. Quando non mi ascolto. Quando non mi fido e persevero nell’essere quello che sono.
Da me che non combatto fino in fondo – costi quello che costi – per realizzare la mia autenticità.

Certo la mia mente vorrebbe arrivare subito a certi risultati e in un certo modo.
Ma la mia mente non sa.
Solo il mio Spirito sa. E Lui, su questo piano terreno, non si muove alla velocità della pretese mentali ma si muove in accordo alle regole di questo piano, alla natura.
Se da un seme voglio una mela devo aspettare. Ma non devo subire l’attesa bensì utilizzare il tempo per rafforzare il mio proposito di mangiare la mela.
In questo senso la mia lotta è rafforzata dall’attesa, non di certo indebolita.
La vera lotta sta nel saper attendere mantenendo l’attenzione su un chiaro proposito. Così come fa la goccia che goccia dopo goccia scava la roccia.
Non c’è sforzo ma perseveranza.
Questa è la caratteristica vincente!
Questa è la caratteristica che ti rende vincente.
Una perseveranza che è alimentata dalla Fede nella propria Missione.

Buona lotta PER la tua unicità al servizio del tuo Sé; al servizio del Bene Supremo che coincide col Bene Comune.

Individualmente Insieme.

Ps. ricordando un vecchio detto “quel che non ti uccide ti fortifica”.

 

 

La capacità di preservare l'integrità individuale attraverso l'opposizione alle forze dannose.
- Porta 38, I Ching del Rave -
Just Now 31.12.23
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