Salve a tutti,
dal 1 alle primissime ore del 7 luglio il Sole transita nell’Esagramma 39: la Porta del Provocatore; Ostruzione.
Se vi ricordate la settimana precedente (vedi transiti Porta 52) il Programma Evolutivo ci proponeva/imponeva di STARE: stare fermi, ritirati, tranquilli per comprendere dove focalizzare la nostra energia.
Sì ma dove?
La risposta, a livello meccanico, la troviamo nella Gioia (Porta 58 – polare della Porta 52) e nella Autenticità (Porta 39 che segue la Porta 52 lungo il Mandala del Rave).
Potremmo dire che siamo chiamati a focalizzare le nostre energie nella Gioia di Essere Autentici.
La gioia di sapere essere noi stessi, di vivere con spirito.
Certo che essere noi stessi, in questo mondo dominato dalle forze omologanti, non è certo facile!
E tante volte sembrerebbero essere più i dolori che le gioie nell’essere noi stessi.
Ma è veramente così?
Come ci insegna l’Esagramma 39 – la porta della lotta di spirito – ed il Sole che in questi giorni ci porta questo ‘messaggio’, concederci di essere totalmente noi stessi comporta inevitabilmente una provocazione (per l’altro): una provocazione di spirito.
Per quanto essere noi stessi sia – per natura – la cosa più semplice che possa esserci, di fatto, per il millenario dominio della mente possiamo ben vedere che non è così (per quanto nulla è a caso ma tutto ben cospirato dalla nostra anima per la sua evoluzione).
Condizionati nella densità dei limiti della materia in un certo campo di (bassa) coscienza, essere noi stessi, essere autentici, è qualcosa che è diventato complicatissimo e, di sicuro all’inizio per molto tempo, anche dolorosissimo. Più precisamente la complicazione ad essere noi stessi viene proprio dalla difficoltà con cui non accettiamo il dolore come parte integrante ed evolutiva dell’esperienza di vita. E il primo grande dolore che incontriamo nella nostra vita che costituisce il trauma/le ferite che poi determinano la costruzione della nostra personalità (chi crediamo di essere) e l’inevitabile sofferenza nell’identificazione con essa… è il dolore di non essere amati veramente per quello che siamo.
Per quanto i nostri genitori ci abbiano ‘amati’ con tutti i più buoni intenti ed il loro più sentito impegno, nel non essere educati all’unicità (a livello generazionale fin dalla notte dei tempi), inevitabilmente hanno amato una loro proiezione con un certo livello di coscienza che non contemplava l’amore incondizionato alla nostra diversità.
Non che questo sia da imputare loro perché per certo loro hanno fatto il loro meglio e in ogni caso hanno seguito al dettaglio le direttive evolutive della nostra anima ma… questo è (se vogliamo una provocazione della vita che ci stimola a ri-conoscerci e amarci).
Da che siamo nati non abbiamo sperimentato la gioia di essere amati veramente per quello che siamo.
E per poter essere amati per quello che siamo abbiamo dovuto costruire un’ingegnosa abile serie di strategie di sopravvivenza al fine di appagare questo innato bisogno di amore.
Sicché ‘guidati ‘ dal Non sé, inconsapevolmente alla ricerca di amore (nella pratica per paura di essere rifiutati per quello che siamo) abbiamo finito per indossare maschere, alterarci, deformarci, snaturarci….. identificarci con altro, fare qualsiasi cosa pur di ricevere attenzione e non essere giudicati (e questo in genere lo consideriamo ‘amore’).
In pratica ci siamo trasformati in robot se non in zombie.
Abbiamo perso la nostra autenticità, la connessione profonda con la nostra essenza: la nostra anima. Questa di fatto è una vera cacciata dall’Eden.
Proprio questa mancanza di autenticità (odio a noi stessi) e di confronto con la nostra verità è poi quello che crea tensioni e sofferenze.
Per riconnetterci a questa nostra natura c’è bisogno di imparare ad amarci per quello che siamo senza dipendere da fattori esterni (bisogno di approvazione, sicurezza, amore dell’altro): essere totali nella nostra verità e, talvolta, al fine di questo nobile proposito serve una provocazione esterna.
Una provocazione di spirito che possiamo ritrovare nell’interazione con qualcuno di diverso e che nella sua caparbia diversa individualità/verità ci stimola a ricontattare e portare fuori la nostra o quanto meno a conoscere ciò che ci risuona/accende lo spirito da ciò che non è per noi.
Una provocazione che inizialmente troviamo nei nostri genitori, nelle amicizie, nei colleghi e in modo particolarmente evolutivo nel partner.
In questi giorni il Programma Evolutivo ci invita a lottare per la nostra autenticità!
Dove per lottare intendo la pressione naturale a sapere impegnare le proprie forze materiali e/o spirituali in una decisa azione di affermazione della propria unicità.
Una lotta che non deve per forza essere fatta con armi, sforzi fisici ed ostentati ‘effetti speciali’ ma che può essere agita anche nel silenzio, nel non fare nulla… nel fare/essere qualsiasi cosa che sentiamo di fare/essere in quel momento in accordo alla nostra verità.
Una lotta all’unicità che, come sempre mi piace ricordare, si concretizza nel sapere dire di Sì quando è Sì e No quando è No. Un TOTALE Sì e un TOTALE NO in base a come ci sentiamo in quel momento. UN TOTALE SENTIRE (a cuore aperto).
Dove essere totalmente noi stessi non può mai essere a scapito dell’altro ma sempre al suo servizio ((per quanto anche inconsapevolmente)
Quanto più siamo autentici, ovvero in contatto col nostro sentire, quanto più possiamo maturare consapevolezza (ricordo di sé) ed essere effettivamente liberi: nella gioia di ciò che siamo. Nel nostro modo di comportarci, vestirci, mangiare, camminare, ballare, viaggiare, nuotare, respirare… essere.
La potenziante bellezza di questo processo è che quanto più siamo autentici quanto più, non solo ne beneficiamo direttamente noi stessi ma indirettamente provochiamo lo spirito dell’altro (se se lo concede) a risvegliarsi a connettersi con la propria unicità contribuendo a creare una spirale ascendente di potenziale risveglio. Non che sia questo l’immediato proposito ma è implicito sia così. Siamo UNO.
Sono tempi altamente mutativi dove siamo invitati a rivedere totalmente ciò che crediamo di essere e decondizionarci dagli schemi mentali per far emergere la bellezza della nostra unicità e manifestarla: essere autentici e agire autentiche decisioni. Per noi stessi. Per l’altro (che siamo noi).
Individualmente Insieme.