Salve a tutti,
dal 31 luglio al 5 agosto il Sole si rivela nell’Esagramma 33: la Porta della Privacy; il Ritiro.
Con questa Porta si conclude il Quarto della Civilizzazione che, in questi mesi, ci ha condizionato col tema del proposito attuato nella forma dove le parole chiavi sono state: concretizzare, manifestare, strutturare, mettere Spirito nella Forma.
Questo esagramma finale del Quarto, a conclusione di questo ciclo, ci invita a ritirarci e ricordarci delle esperienze fatte sin qui.
Questo transito ci ricorda l’importanza, soprattutto alla fine di un’esperienza, di prenderci uno spazio, un momento introspettivo di silenzio per riflettere sull’esperienza fatta, al fine di maturarne un senso e avere chiaro cos’è funzionale portare con noi nel presente.
Sono giorni che ci invitano alla privacy, al ritiro, alle riflessioni.
Dove il passato emerge e si fa sentire rilasciando memorie e ricordi che ci guidano nel presente.
Nel procedere della nostra Vita, ora i nostri occhi sono attirati dallo specchietto retrovisore, in particolare lo sguardo vaga nel passato amalgamato dai sentimenti: da ciò che ci ha coinvolto sentimentalmente che siano relazioni o connessioni con le nostre radici (genitori, nonni, avi).
Sono momenti preziosi che anticipano un balzo in avanti. O no.
Momenti di ritiro che paiono passivi ma sono solo retrospettivi, contemplativi e possono sembrare di passivo nostalgico rallentamento se non comprendiamo il senso profondo che la rincorsa ha per acquistare un certo slancio.
Ci sono momenti, come questo, in cui è opportuno e funzionale fare qualche momentaneo passo indietro per poter trovare la giusta forza per procedere.
In questi giorni facilmente faranno capolino nella nostra mente e si paleseranno sotto i nostri occhi, immagini, foto, video, scritti, quaderni, libri, giochi, musiche, citazioni, incontri, oggetti che ci riportano al passato, al nostro vissuto, a ciò che ha contribuito a renderci umani.
Così possiamo ritrovare anche vecchie conoscenze, amicizie, amori sia fisicamente che nei sogni o nei pensieri.
Il che ci può immediatamente risvegliare antichi piaceri così come antichi dolori.
In tal senso saremo sollecitati a portare particolare attenzione a tutto ciò che è biografico, autobiografico e riguarda la storia dell’umanità in tutti i suoi aspetti: culturali, religiosi, politici, ecc. Tutto ciò che ci ha condotto al progresso. O no.
E, tra questi scavi del passato, queste discese in cantina o salite in soffitta, questo aprire vecchi scatoloni e archivi (fuori e dentro di noi) prepariamoci anche ad incontrare dei segreti, delle inaspettate rivelazioni che emergono a dare nuovi significati, portare nuove comprensioni e magari anche qualche shock.
Certe cose che avevamo dimenticato, se non addirittura rimosso ora ritornano a proporci nuovi significati per nuovi sviluppi di coscienza. O no. Siamo sempre sotto l’influsso di una pressante spinta a mutare, in un ambiente nodale che parla di valori tradizioni, il cui confronto può portare nuove chiarezze così come nuove confusioni; nuove sicurezze come altre destabilizzazioni.
Anche per questo nel caos che può portare il passato nel confronto col presente, sotto la recente spinta dei desideri, è opportuno decidere con calma, senza fretta, senza aspettative.Senza lasciarci ossessionare da ciò che è stato pur tenendolo a monito nel sapere che tutto è ciclico e tutto è collegato.
Così come tutto quel che conta è adesso.
Se non ci sappiamo gestire bene i ricordi e vederci chiaro nel nostro passato, le esperienze fatte invece che aiutarci e guidarci rischiano di intralciarci con i loro carichi emotivi e la riapertura di certe ferite. Cerchiamo di non essere precipitosi nel trarre considerazioni, conclusioni o nel voler cercare soluzioni se non siamo ben centrati nel presente.
Riconosciamo, apprezziamo e ringraziamo ciò che è stato nella consapevolezza che ogni cosa – “nel bene e nel male” – ha contribuito a condurci dove siamo e ci sprona a proseguire. Diamoci il tempo di sostare nei ricordi anche dolorosi, scomodi per poterli sanare nella comprensione della nostra diversa, attuale, si spera più matura visione della vita, di ciò che siamo ora. È tempo di rielaborare ciò che è stato per integrarlo e condividerne il senso per guidare noi stessi e gli altri in una vita che è degna di essere vissuta. Insieme. Una vita per cui ne vale la gioia, non certo la pena.
Per una comunità evoluta, davvero… come la si intendeva e viveva in passato, più che come ci viene pubblicizzato adesso.
Cogliamo ciò che di valido ci è stato tramandato ben radicato in valori sempiterni, al servizio del bene comune e lasciamo andare ciò che dietro belle promesse e seducenti visioni non è altro che manipolazione e business per gli interessi di pochi. Che il passato ci porti a fidarci sempre più di noi, nel rispetto e nella gratitudine per le nostre radici.
Buon proseguimento, seguendo le indicazioni del grande Pierangelo Bertoli che nella sua canzone “A muso duro” conclude cantando
Canterò le mie canzoni per la strada ed affronterò la vita a muso duro un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro. E non so se avrò gli amici a farmi il coro o se avrò soltanto volti sconosciuti canterò le mie canzoni a tutti loro e alla fine della strada potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.
Buoni giorni, buone riflessioni
INDIVIDUALMENTE INSIEME, oggi come e più di allora.
Ritiro attivo e trasformazione di una posizione debole in una forza.
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