Vita: bella lotta; lotta PER la Bellezza

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Salve a tutti,
dal 25 primo pomeriggio alle prime ore del 31 ottobre il Sole “battaglia” nell’Esagramma 28: la Porta di Chi Rischia; la Preponderanza del Grande.

Sempre proseguendo lungo il Mandala del Rave  tutte le sette porte del Centro della Milza (il centro di consapevolezza del corpo) dopo l’esperienza della Porta 50 che parla di responsabilità (vedi transito predente) ecco arrivare con la Porta 28 il naturale “prosieguo tematico” del Programma Evolutivo… il proposito per cui assumerci la responsabilità: sapere per cosa vale la pena vivere. Saper nell’adesso se vale la pena lottare (per vivere) o no.
Questo transito – dove per altro sia il Sole che Venere (e solo oggi pure la Luna) sono nell’Esagramma 28 per i prossimi cinque giorni – ci parla della paura della morte.
Non tanto la paura di morire fisicamente bensì la paura di morire senza un proposito, senza un senso/scopo, senza esserci appagati nella vita.

In questi caparbi giorni siamo sollecitati dall’intuito potenziale di sapere qual è lo scopo della nostra vita: per cosa vale la pena assumerci la responsabilità e rischiare/lottare.

Per altro la presenza di Venere che assieme al Sole in questi cinque giorni alimenta questo condizionamento planetario a lottare e SAPERE per cosa farlo… sembra suggerire già la risposta. Non solo, com’è ovvio la Vita: siamo qui per sapere come vivere, nel senso di consapevolizzarci di questa esperienza nel Ricordo di Sé ma siamo qui a farlo vivendo in funzione della Bellezza, dell’Armonia, dell’Amore. Dei valori etici/estetici come suggerisce la visione di Venere in Human Design.

Alcune domande per altro ben stimolate da Plutone retrogrado nella Porta 61: la pressione ad investigare i misteri, le verità interiori…

– Qual è lo scopo della mia vita? Qual è il mio scopo… Adesso?
– Per cosa vale la pena vivere? La mia attuale vita è una pena… o no?
– C’è Bellezza nella mia vita?
– C’è Bellezza/Armonia/Amore nel mio lavoro? nelle mie relazioni? dove vivo?

– Mi sto assumendo la responsabilità e i rischi che la vita comporta?
– Mi sento totale nel vivere la mia vita… adesso?
– Sono totale nelle mie decisioni? …nel modo in cui vivo momento per momento?
– So cogliere l’attimo? O no?

La totalità è un punto. Un punto fondamentale per quello che riguarda il proposito di vita.
Nell’ottica del “vero” vivere: o sei totale… o non stai veramente vivendo.
Dove la totalità è espressione naturale della verità, dell’autenticità. E l’unica dimensione possibile per coglierla e manifestarla è l’Adesso.

La vita non è qualcosa che capita. La vita è qualcosa che vuoi.
Che vuoi che capiti… che ci sia, che continui…
Per lo meno che hai fortemente voluto in quanto anima e che ora sei chiamato a ricordarti. Ricordarti perché sei qui!
Siamo qui per realizzarci nella nostra verità. Riscoprirla e manifestarla.

Perché sono qui? Qual è il mio scopo? Come lo sto manifestando? Con Chi?

La riflessione proposta dal transito non solo ci invita a considerare l’importanza di avere chiaro il nostro scopo individuale ed essere totali nel realizzarlo… ma – sempre come prosieguo naturale della tematica della responsabilità – a ricordarci che la vita è la responsabilità di onorare e realizzare il nostro proposito di autenticità e che individualmente lo realizziamo anche in funzione del sociale, del collettivo. Per me = per Noi = per Tutti.

La società dipende da ogni singolo individuo e ogni singolo individuo realizzato nella sua unicità contribuisce a realizzare una società fondata sull’unicità.

La lotta sociale è espressione della lotta individuale. Ogni individuo contribuisce a suo modo, nel suo “piccolo” a lottare per una società più evoluta… più “umana”.
Un’umanità e un’unicità che non vanno cercate nel voler essere speciale, diversi e perfetti a tutti costi (secondo la morale e le convenzioni delle regole terrestri) ma nell’arrenderci e accogliere la nostra individuale perfezione (secondo le Leggi Universali).
Una verità individuale che – per Legge – non può essere imposta e neanche auto-imposta. Ed in quanto tale… è necessario sia consapevole: connessa al proprio Sé, alla Vita e non indotta dalle automatiche compensazioni del Non Sé e del suo modo – per quanto funzionale – di farci sopravvivere alle ferite primarie.

Puntualizzo che questa lotta non deve per forza essere una costante “battaglia” o uno straziante sacrificio o un quotidiano massacro.
Ma di certo, questa vita – per sua natura duale – presuppone l’esistenza del dolore.
Il dolore che per quanto sia accuratamente temuto e fuggito dalla nostra mente iden

tificata… è e rimane – quando opportunamente accolto – pressoché l’unico accesso alla consapevolezza.

La vera lotta, ora più che mai, non è per fuggire ed evitare il dolore ma per saperlo accogliere (senza giudizio, senza paura).

Sono proprio i dolori, i problemi, le sfide a forgiarci e potenziarci come individui e come coscienze auto-riflesse.

Una vita che valga la pensa di essere vissuta non è certo un’immaginaria ideale semplicistica vita di esclusivo piacere. [che noia sarebbe!]
Bensì una vita vissuta nel piacere di saper cogliere e accogliere i dolori, i problemi, le sfide e tutto ciò che sapientemente la nostra anima attira a sé per evolvere.
Sapendo che – per Legge – tutto ciò che attiriamo nella vita (che ci riflette) è sempre PER noi e mai CONTRO di noi.
E tale dev’essere la nostra lotta: sempre PER e mai CONTRO
(qualcuno/qualcosa).

Buona potenziante lotta per la propria verità.
Più che mai…

Individualmente Insieme

Ps1. interessante notare come l’etimo di lotta (luc-ta) possa riferirsi al greco lyg-òô: piego, avvinco. Piegare, farsi piegare, piegarsi… av-Vincere.

Ps2. noto solo ora scrivendo questi transiti di “Lotta x la Bellezza” che la caparbia lottatrice nei film Kill Bill 1 e 2 interpretata da Uma Turman si chiama BeatriX. Che caso!?

La vita non è qualcosa che capita. La vita è qualcosa che vuoi.
La transitorietà del potere e dell'influenza.
Il potenziale dell'intuizione è sapere nell'Adesso se è utile lottare o meno.
Porta 28 - I Ching del Rave
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