Salve a tutti,
dal 15 al 21 settembre il Sole brilla nell’esagramma 6: la Porta dell’Attrito; Conflitto.
Sempre mantenendo il focus sul tema delle relazioni (tema dominante di questi mesi poiché siamo nel Quarto della Dualità) e osservando i transiti precedenti che parlavano di confusione e oppressione mentale (vedi transiti precedenti), approdare ora all’attrito potrebbe apparire sconfortante e non auspicabile. Invece abbiamo da sfatare la “negatività” legata al termine attrito (come a qualsiasi altra cosa) e prendere sempre più coscienza che ci troviamo su un piano duale e che la prospettiva non è mai – quanto meno inizialmente – univoca: non c’è mai solo un modo di vedere le cose e per tanto non deve nascere in noi un implacabile giudizio morale di “bene” e “male” in termini assoluti. Il riconoscere questa doppia prospettiva è appunto la strada da intraprendere per riconoscere l’unica vera prospettiva: quella che non separa ma unisce.
Ricordiamoci che nei limiti di questo piano duale (nei limiti della nostra coscienza affinché possa elevarsi) per unire prima bisogna separare.
Come abbiamo avuto modo di notare e magari sperimentare, così come la confusione porta la chiarezza e l’oppressione mentale porta la realizzazione mentale, così l’attrito non è qualcosa che debba per forza sfociare in un conflitto ma anche in un processo creativo.
Di fatto lo scopo evolutivo dell’attrito, di un’unione di corpi che si sfregano tra di loro, è proprio quella di generare qualcosa di nuovo… di creare nuove forme di vita e/o di consapevolezza.
Riflettendoci un attimo, tutti noi siamo frutto di un attrito in cui due diversità (i nostri genitori) hanno dato alla luce una nuova forma (noi).
L’attrito è la componente fondamentale di ogni nostra relazione.
Come ci insegna il transito della Porta 6: «La componente del disegno fondamentale per il progresso. La legge secondo cui la crescita non può esistere senza attrito».
Attrito inteso come confronto con l’altro. Specie “intimo” confronto con l’altro nel senso di un confronto ravvicinato, “pelle contro pelle”.
Dove, ad esempio in questo termine “pelle contro pelle”, l’uso del termine “contro” non indica necessariamente un’opposizione, un’avversione, un’ostilità ma un con-tatto molto sentito, forte, intenso al punto di essere quasi compenetrante. Dove il contro si fa in-contro. Dove ciò che potrebbe portare guerra e morte genera invece pace e vita.
Ciò che ad esempio accade nelle nostre relazioni a seguito di un litigio che porta appunto ad uno scontro di visioni, prospettive, bisogni, priorità e che poi, nella vicinanza di questo scontro, guidati dall’attrazione reciproca che va dall’attrazione sessuale a quella animica, lo scontro diventa incontro e la relazione invece che sfaldarsi si fa ancora più solida.
Certo è che questa intima trasformazione non è da dare per scontata nel senso che non sempre accade così e trionfa nel successo del rafforzamento della relazione. Ma è pur vero che se non rafforza la relazione con l’altro non è per forza da considerare un fallimento. In quanto ciò che davvero conta è che si rafforzi la relazione con sé stessi: il potenziamento della conoscenza e amore di sé.
La determinante in questa alchimia relazionale capace di trasformare uno scontro in incontro riguarda la capacità di gestire le emozioni. O siamo noi a gestire le emozioni o sono loro a gestire noi.
Per poter far virare un attrito da un conflitto a un movimento di conciliazione, armonia, pace è necessario essere responsabili delle nostre decisioni e agire con chiarezza ovvero senza farci dominare dalle pulsioni del momento, dalle basse emozioni che ci fanno muovere in base ai bassi istinti: automatismi mentali, strategie di sopravvivenza.
Questa è la grande sfida evolutiva!
Nel momento in cui ci confrontiamo con qualcosa che non si allinea alle nostre convinzioni (facilmente per lo più credenze mentali) la tendenza automatica (la programmazione mentale) è quella di sentire il bisogno di difenderci e reagire o fuggire.
In un ambito dove non abbiamo a che fare con la sopravvivenza fisica questo si traduce per lo più in movimenti emozionali: reazioni o fughe emozionali che ci portano a forzare il confronto o evitarlo. Questo non solo compromette la sopravvivenza della specie (in ambito riproduttivo – in quanto ci si allontana invece che unirci) ma anche lo sviluppo della consapevolezza (sempre per lo stesso motivo che porta ad allontanarci invece che unirci – ci separa dal Tutto/Uno).
Il tema evolutivo di questi tempi, in accordo all’ingresso nella Nuova Era, riguarda in particolare proprio il campo emozionale: il saperlo riconoscere e gestire al servizio della nostra consapevolezza, del nostro Sé e non, come finora accade, al servizio (inconsapevole) del nostro ego, del Non sé. Siamo chiamati a confrontarci con la nostra verità e l’unico modo performante che abbiamo per farlo è confrontarci con la verità dell’altro.
Fondamentale in questo processo di consapevolezza sono appunto le relazioni, il COME le viviamo.
Dove il COME le viviamo – COME viviamo il confronto con la differenziata unicità dell’altro – rispecchia il COME sappiamo confrontarci con la nostra verità: con l’instabile campo delle emozioni legate alle nostre più profonde convinzioni mentali.
Il grande laboratorio di consapevolezza riguarda proprio il campo emozionale e lo sviluppo della capacità di non lasciarci travolgere, sequestrare dalle emozioni, maturando la responsabilità delle nostre decisioni da uno spazio di presenza.
Siamo chiamati a portare maggiore attenzione al nostro sentire e a farci guidare da quello che sentiamo e non da quello che pensiamo.
È vero che l’altro ci porta in contatto con le nostre parti più oscure e maggiore è l’intimità della nostra relazione maggiore sarà l’oscurità con cui abbiamo accesso ma non abbiamo altra scelta. È solo così che possiamo riconoscere le nostre parti più oscure e svelarle lasciando che ci guidino alla nostra vera Luce, all’amore a noi stessi.
Quell’amore che accade una volta che accogliamo ed integriamo queste parti (giudicate) oscure per essere interamente ed internamente uniti e non separati.
Come andremo a vedere con il prossimo transito questo attrito, conflitto è ciò che anticipa l’amore (Porta 46).
L’attrito che si può generare con l’altro per quanto visto come qualcosa di oscuro da voler evitare, altro non è che l’ora più buia che procede il sorgere del sole.
Nel momento in cui stiamo vivendo una difficoltà a livello relazionale o in una situazione, ricordiamoci che nulla è contro di noi ma Tutto è PER noi.
Quella difficoltà che ci mette in contatto col dolore, altro non è che un prezioso segnale che ci indica dove portare attenzione ed energia PER attuare il cambiamento che ci serve, che davvero la nostra anima desidera per adempiere la sua missione. Missione che non sarebbe assolutamente possibile senza l’altro: esattamente così com’è. Per poterci accogliere esattamente così come siamo.
In questo mondo duale, per quanto paradossale, è la confusione che ci guida alla chiarezza; è la crisi che ci guida al progresso; è la miseria che ci guida all’abbondanza; è la distruzione che ci guida alla creazione, è la guerra che ci guida alla pace.
Ma questo può avvenire SOLO se il focus è su di noi e non sull’altro. Non ci potrà mai essere chiarezza e pace se continuiamo a cercarla fuori di noi delegando l’altro e responsabilizzando l’altro della nostra felicità.
Non è l’altro che ci rende felici ma è attraverso l’altro, CON l’altro, GRAZIE all’altro, – nella responsabile consapevolezza di Sé – che possiamo vivere la felicità, la GIOIA di essere quello che siamo: la GIOIA DI ESSERCI IN QUANTO NOI STESSI, LA PACE INTERNA CHE PLACA OGNI CONFLITTO NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE SIAMO TUTTI UNO.
Il focus è sempre su di noi. Insieme. Uniti.
Ricordiamocelo. Specie nei momenti di attrito e conflitto. Se la Pace non la troviamo in noi, non la troveremo da nessun’altra parte.
Nelle difficoltà… fermiamoci, respiriamo e apriamo gli occhi del Cuore.
Al di là di quello che la mente vede come un conflitto e una guerra c’è quello che il Cuore vede come la VIA PER LA PACE.
L’altro non è mai il problema ma è ciò che la nostra consapevolezza vede come la possibile soluzione.
Bisogna solo guardare con altri, nuovi occhi: quelli del Cuore.
Strategia e Autorità.
Individualmente Insieme.
La componente del disegno fondamentale per il progresso.
La legge secondo cui la crescita non può esistere senza attrito.
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