Se vuoi andare lontano… ama chi ti è più vicino.

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Salve a tutti,
dal 27 settembre al 2 ottobre il Sole ci corregge nell’esagramma 18: la Porta della Correzione; Lavoro su ciò che è stato rovinato.

In questi mesi stiamo sempre navigando nel Quarto della Dualità per cui i temi principali proposti dal Programma Evolutivo riguardano in particolare le nostre relazioni, i nostri legami. Da oggi fino a inizi novembre il Sole procede lungo il Mandala del Rave (Ruota della Vita secondo Human Design) andando progressivamente ad attivare tutte le porte del Centro della Milza: il Centro di  Consapevolezza del Corpo dove si originano le nostre paure più ataviche… quelle appunto che riguardano la preservazione del corpo, la sopravvivenza.
Sicché stiamo entrando in un periodo (anticipato ciclicamente dal transito sull’Amore del Corpo, vedi transito precedente) dove ci viene ricordata la fondamentale importanza della relazione con il nostro corpo, il nostro bio-veicolo così come la fondamentale importanza della relazione con le nostre paure: quelle che possiamo definire “vere”, “reali”: quelle del corpo.

Questo “ciclo sulle paure” che stiamo per affrontare ciclicamente ogni anno non ci deve certo turbare in quanto dev’essere chiaro che le paure sono qui al servizio della nostra consapevolezza ed in particolare queste del corpo sono qui anche al servizio della nostra preservazione e del nostro benessere.
Ricordiamoci che le paure non sono qui ad interferire con la nostra vita bloccandoci e interferendoci dal compiere la nostra missione ma sono qui ad indicarci semplicemente che è opportuno portare maggiore attenzione ed essere particolarmente vigili in quelle situazioni che innescano le paure che percepiamo.
Nulla è a caso e le paure sono frutto di intelligenza e vanno riconosciute come tali… sempre che, com’è facile che sia, non ci sia l’interferenza della mente identificata che ci fa allarmare per paure che non sono sentite dal nostro bio-veicolo ma condizionate da fattori esterni (paure mentali).

Con il Sole ad attivare a livello planetario la Porta 18 si attiva nel campo la paura dell’autorità.
La paura di dover sottostare ad un modello stabilito dalle autorità anche se si riconosce che quel modello non è corretto e il che implica l’andare in sfida nei confronti di quel modello: sfidare le autorità.
Temere e sfidare le autorità che possono essere viste come minacce al nostro modello di vita. Una paura molto basica.
Una paura fondamentale per invitarci ad assumerci la responsabilità della nostra vita, della nostra unicità e sfidare ciò che la può compromettere, mettere in pericolo. Emerge qui il bisogno di sfidare e correggere i modelli imposti dall’autorità per poter vivere in accordo a quel modello che sentiamo corretto/giusto/sicuro per noi.
Da considerare che le prime forma di autorità che noi incontriamo nella nostra vita sono i nostri genitori.
In particolare il forte condizionamento nei nostri modelli, nel nostro gusto per la vita (ciò che ci piace e non ci piace, ciò che consideriamo “bene” e “male”) ci viene dal genitore di sesso opposto. Non a caso la Porta 18 riguarda il complesso di Edipo/Elettra.
Qui è dove iniziamo a esplorare il sesso opposto e a comprendere come muoverci, comportarci, quale modello seguire o no.
Qui sta uno dei nostri più profondi condizionamenti alla continua ricerca di standard da seguire che ci garantiscano la sicurezza/sopravvivenza.
Da qui nascono i modelli di riferimento che stabiliscono i paragoni con cui impariamo ad orientarci e concepire la realtà.
Quando si parla di sfida alle autorità stiamo di fatto parlando di sfida al nostro modello genitoriale: padre e madre.
Una sfida necessaria all’evoluzione in quanto siamo geneticamente predisposti per evolvere mettendo in discussione i modelli che ci precedono al fine di correggerli, migliorarli, perfezionarli. Sicché questa paura delle autorità – vissuta in modo consapevole – ci permette di riconoscere le nostre radici e non subirne il condizionamento ma utilizzarlo per comprendere cosa correggere, migliorare, perfezionare e cosa no… in funzione della nostra unicità e non certo dell’omologazione (la continuità automatica del solito modello).
In questa fase quindi il Programma ci invita a relazionarci in particolare con i modelli genitoriali acquisiti e con i nostri stessi genitori che ce li hanno amorevolmente forniti (consapevoli di averlo fatto o no).
Decisamente molto importante innanzitutto prima di sfidare i modelli genitoriali è riconoscerli. Riconoscere i modelli che ci hanno condizionato e non necessariamente distruggerli, alterarli, criticarli ma innanzitutto ringraziare perché quel modello ci ha permesso di venire alla luce e fare esperienza di vita (senza quel modello non saremmo nati), e poi verificare come eventualmente poter correggere, migliorare, perfezionare quel modello al fine di manifestare la nostra vera profonda autenticità (che è il contributo richiesto dalla nostra anima, dall’Universo).
Questo è un transito carico di giudizio. Un giudizio che non dev’essere necessariamente una critica come si immagina solitamente ma un proprio modello di vita da adottare – giustamente come dice la parola stessa – con “giudizio”: capacità di comprendere e saper discernere ciò che è “bene” da ciò che è “male”, valido o no, per me: per la mia unicità, il mio livello di consapevolezza che determina il mio modo di vivere.

Favoriti dal transito – o no, se lo subiamo passivamente – siamo invitati a correggere, migliorare, perfezionare i nostri modelli di vita, il nostro modo di relazionarci; sapendo che tutte le nostre relazioni sono il riflesso delle relazioni che abbiamo con i nostri genitori.
A tal proposito riconosciamo la vitale importanza dei nostri genitori: siano essi stati presenti o assenti nella nostra vita, siano essi ancora vivi o che abbiano già lasciato il corpo. Prendiamoci dei momenti per riconoscere l’importanza vitale della nostra mamma e del nostro papà. Così come dei loro genitori, i nostri nonni e di chi prima ancora li ha preceduti che modello dopo modello ci hanno condizionato ad essere ciò che siamo. Liberi di poter accogliere o no questo modello. Ricordiamoci che, oltre all’impagabile dono della vita, proprio in questa libertà di Essere sta l’infinito atto d’amore.

Riconosciamo e onoriamo le nostre radici: i modelli che ci sono stati tramandati.
Lavoriamo sulle nostre Radici impegnandoci a riconoscere e manifestare la gratitudine per i nostri genitori, lavorando su di noi per avere un buon rapporto con loro, riconciliandoci a loro che – nel bene e nel male – ci hanno permesso di essere qui. Dalla relazione con loro dipende ogni relazione nella nostra vita: con gli altri, come con il corpo, il lavoro, la casa, l’abbondanza, la salute… TUTTO.

Cogliamo anche occasione di lavorare sulle nostre convinzioni e valori: specie riguardo ai modelli relazionali e sessuali.

Se sentiamo di avere difficoltà a vivere il nostro modello maschile o femminile… lavoriamo con i nostri genitori: chi ci ha trasferito quel modello.
Senza perderci nel passato di quello che è stato lavoriamo sul presente tenendo a mente che nulla è contro di noi ma tutto è PER noi e proseguiamo in fiducia la sperimentazione della nostra Strategia e Autorità che naturalmente ci aiuta a riallinearci con il modello della nostra unicità: senza cadere nella trappola della colpa e nel veleno del paragone e del giudizio della mente; specie nei confronti delle nostre stesse Radici.

Lavoriamo a comprendere e riconoscere cosa funziona nella nostra vita e cosa no.
Impegniamoci – con Gioia! – a migliorare le nostre relazioni, il nostro lavoro, la nostra casa, le nostre abitudini, i nostri comportamenti, l’alimentazione… ogni aspetto della nostra vita.

In questi giorni chiediti:

– Ho un buon rapporto con la mia mamma?
– La giudico? Cosa giudico di lei? Cosa penso e Come lo trasmetto?
– C’è qualcosa che posso migliorare nel rapporto con mia mamma? 
– Cosa ho difficoltà ad accettare di mia mamma? Cos’è che non mi piace di lei e sento il bisogno di correggere in me?
– Quali aspetti di mia madre che giudico difetti, in realtà mi hanno permesso di sviluppare dei mie talenti?
– Cosa apprezzo di mia mamma? Cos’ho ereditato da lei che contribuisce a rendermi unico?
– La ringrazio a parole e/o con le mie attenzioni e comportamenti per il dono della vita?

– Ho un buon rapporto con il mio papà? 
– Lo giudico? Cosa giudico di lui? Cosa penso e Come lo trasmetto?
– C’è qualcosa che posso migliorare nel rapporto con mio papà? 
– Cosa ho difficoltà ad accettare di mio papà? Cos’è che non mi piace di lui e sento il bisogno di correggere in me?
– Quali aspetti di mio padre che giudico difetti in realtà mi hanno permesso di sviluppare dei mie talenti?
– Cosa apprezzo del mio babbo? Cos’ho ereditato da lui che contribuisce a rendermi unico?
– Lo ringrazio a parole e/o con le mie attenzioni e comportamenti per il dono della vita?

Buon lavoro sulle tue Radici. In amore PER le tue Radici.
Buon lavoro in relazione alle autorità che hai incontrato ed incontri PER riconoscere e potenziare la Tua Autorità: seguire solo Lei.
Buon lavoro di correzione dei modelli PER Essere in ogni momento la versione migliore di te stesso.
Nella Gioia e nella Gratitudine.

Se vuoi andare lontano… ama chi ti è più vicino.
Inizia ad amare – consapevolmente – chi ti ha messo al mondo.

Individualmente Insieme.

 

La vigilanza e la determinazione di sostenere e difendere diritti umani basilari e fondamentali.
- Porta 18, I Ching del Rave -
Se vuoi andare lontano... ama chi ti è più vicino.
Just Now 27.9.23
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