Usa bene O lascia andare. Usa bene E lascia andare.

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Salve a tutti,
dall’8 al 13 giugno il Sole regna nell’Esagramma 45: la Porta della Raccolta; Radunare.
Detta anche la Porta del Re/Regina, del Padrone/Padrona, del capo.

Come di consueto, dall’inizio di giugno alla metà del mese, il Sole entra nelle tre porte “manifestanti” (35, 45, 12) che sono l’essenza del 2° Quarto della Civilizzazione che stiamo attraversando, il cui proposito è appunto la manifestazione nella forma.
Come abbiamo visto nel transito precedente, per concretizzare nella forma e sviluppare, prosperare in questa vita è necessario cavalcare il cambiamento e, passando attraverso le crisi – maturando esperienza – approdare al progresso; e condividerlo.
In questi giorni i transiti ci ricordano come, una volta arrivati al progresso, che facilmente trova la sua manifestazione concreta nella forma intesa come progresso nella materia, questo ci possa portare ad una qualche forma di possesso, di potere.
Da qui, se non siamo ben centrati, è un attimo che ciò che abbiamo acquisito (con tutti i più buoni propositi) venga gestito dal nostro Ego che si sente potenziato dal successo materiale e brama ancora più potere personale.
I risultati di questa “gestione” dell’Ego possono facilmente degenerare in una “possessione” che ci allontana da una chiara Legge: il Potere è grande solo quando si mostra o usa per servire il bene comune.
Giunti a questo punto, dimentichi che i nostri talenti sono al servizio del bene comune, il progresso acquisito ci conduce ad una nuova crisi che, in base al livello di quanto siamo compromessi (identificati con la materia) può rivelarsi una rovinosa disfatta.
Come ci suggerisce il transito del Sole nella Porta 45 siamo qui per radunare risorse ma non al solo fine di accumulare ricchezze tanto per sentirci importanti, potenti, sicuri e agire questo potere materiale sugli altri per accumulare sempre più ricchezze e potere.
Non è questo accumulo nella materia che ci fa sentire forti e sicuri. Anzi, identificarci nella materia ci rende sempre più deboli e insicuri.
Tutto quello che accumuliamo – se non è gestito con Spirito – rischia di crescere in proporzione alla paura di perderlo; ed infine perderci nella paura stessa. 
Perdere il proposito della nostra Missione, il senso profondo del nostro Sì alla Vita: l’amore.
Assoggettati dal potere per quanto anche re o regine… si finisce comunque per essere schiavi. Schiavi dei soldi, del potere. Con grandi disponibilità, risorse, possibilità materiali. Ma pur sempre schiavi.
Che siano di bronzo, ferro o oro, platino e diamanti… le catene sono sempre catene.
Solo l’amore ci rende veramente liberi. Quando siamo guidati dallo Spirito, dal nostro Sé.
Con questo, non dobbiamo neanche cadere nell’ “errore spirituale” di essere nella materia e rinnegare la materia; sforzandoci di eliminare il nostro Ego.
Eliminare il nostro Ego è Ego… anzi, il peggiore degli Ego possibile: quello più subdolo ed infido… l’Ego spirituale.

Non è mail il COSA ad essere un problema ma il COME. Non sono i soldi, le ricchezze, le risorse ad essere un problema ma il COME li usiamo.

L’Ego non va combattuto. Combattere l’Ego è Ego. Combattere il Non sé è Non sé.
Tutto ciò che implica una separazione è Non sé e ci allontana dal nostro Sé.
La materia, l’Ego, il Non sé non sono un problema da eliminare per accedere al Sé… né sono il tramite.
Non vanno negati ma integrati: gestiti con Spirito, con consapevolezza.
Quando ciò accade, quando la materia è gestita dallo spirito, tutto ciò che accumuliamo non solo viene dato a supporto del bene comune ma cresce e si amplifica.
Nel momento in cui onoriamo e seguiamo il nostro Sé utilizzando correttamente i nostri talenti… li moltiplichiamo.
Ne beneficiamo noi e ne beneficiamo altri creando un “effetto dinamo” che si autoalimenta in una spirale evolutiva che porta ad un progresso comune: il vero Progresso.

In questa Nuova Era, una delle lezione più fondamentali da apprendere è quella dell’INTEGRAZIONE.
Sempre più addensati nella dualità siamo qui per riconoscerla e trascenderla.
Non c’è più Materia o Spirito o Materia contro Spirito e viceversa.
Non è più questione di separare col giudizio il povero dal ricco, la miseria dall’abbondanza, il bene dal male.
La lezione è portare lo Spirito nella Materia: SPIRITUALIZZARE LA MATERIA (vedere il “bene” nel considerato “male”)
Cercare di elevarci nello Spirito non comporta negare la materia ma integrarla e “farne buon uso”.
Partendo da usare bene il nostro bio-veicolo: il nostro più grande talento; fonte di tutti i nostri talenti da far fruttare in questa dimensione… per beneficiarne anche in altre dimensioni. INSIEME. UNITI.
La convinzione limitante che per essere spirituali dobbiamo negare l’abbondanza materiale è la vera miseria.
Da che siamo vivi siamo destinati all’abbondanza per diritto di nascita. Un’abbondanza che non è materiale ma non nega neanche la materia.
Qui noi siamo anche materia e il nostro corpo che è materia è il primo dono di abbondanza che riceviamo.
Un talento che, come già visto nella Parabola dei Talenti, dev’essere utilizzato e moltiplicato… non “sotterrato”, “nascosto” per paura.
Siamo qui per manifestarci nella forma. Per metterci in gioco.
E, specie in un era di manifestazione, è legittimo, doveroso e sollecitato manifestarci nei nostri talenti: manifestare la nostra unicità.
Dove la manifestazione della nostra unicità non dev’essere confusa con l’ostentazione o l’esibizionismo senza Spirito (per paura di non essere visti) ma con l’autentica espressione di quello che siamo nell’affidabilità delle caratteristiche del nostro bio-veicolo.

L’Ego è l’interfaccia che il nostro Sé ha creato per sopravvivere su questo piano. 
Non va negato in quanto è grazie a lui che siamo sopravvissuti fino ad ora nella densità dei limiti della materia.
Arriva però un momento in cui dobbiamo smettere di identificarci con lui perché non siamo lui, non siamo il nostro Ego. Non siamo la mente, non siamo le elomozioni, non siamo neanche (solo) il nostro corpo.
Questa disidentificazione non può essere attuata nella separazione ma nell’integrazione: nella fusione che solo il ritorno alla fonte, alla matrice ci può garantire.
Dobbiamo fare un lungo insidioso meraviglioso Cammino, con chiaro forte proposito e giusti alleati, per ritornare lì dove tutto è iniziato: ritornare a noi stessi. Caricarci del peso dell’Ego, utilizzarlo quando serve, e poi… lasciarlo andare.
Questo è il vero potere: SAPER LASCIAR ANDARE.
Lasciare andare le identificazioni, le convinzioni, le false speranze, le dipendenze, gli attaccamenti… i giudizi… le paure.
Ritornare all’Essenza. A Essere. Siamo noi il Vero “Tesoro”.

Interessante come la linea 1 che è il fondamento dell’esagramma, nella Porta 45 parla di educazione: “la direzione materiale risiede nell’educazione”.
L’educazione che ci serve ora è educarci all’abbondanza, all’unicità, all’abbondanza nel manifestare la nostra unicità. In integrità.
E questo non può essere fatto negando quello che siamo ed evitando di usare i nostri talenti.
Certo tanti sono i pericoli, i fraintendimenti e depistaggi di cosa significa nel profondo “manifestare la nostra unicità”.
Lo possiamo vedere ogni giorni su di noi e nell’abbondanza di manifestazione individuale dei social che mai prima d’ora nella storia dell’umanità è esistita.
Quanta abbondanza di scelte che ci sono oggi. Ma… è questa la vera libertà?
La libertà non è scontata e non è gratuita. Ha un prezzo.
Un prezzo che va pagato con l’Integrità che crea e genera abbondanza. E non con l’Ego che distrugge e porta miseria.
Anche qui… è facile smarrirci nei fraintendimenti concettuali partoriti dalla mente identificata. Ma, allora l’Ego va bene o no?
Come diceva quel grande saggio uomo “chi ha orecchie per intendere…intenda”.
Specie in tempi di transizione come questi non è sempre facile distinguere quando agiamo mossi dallo Spirito e quando dall’Ego. Cos’è Spirito e cos’è Ego.
Cosa è bene e cosa è male. Cos’è mente e cos’è sentire. Cos’è il Sé e cos’è il Non sé.
Tuttavia per quanto non facile… è semplice. Basta ascoltarci.
Il punto è che “ascoltarci” sembra la cosa più difficile in assoluto in questi tempi.
Ed è proprio a questo che dobbiamo educarci. EDUCARCI ALL’ASCOLTO.
EDUCARCI ALL’ASCOLTO DEI NOSTRI BISOGNI. SAPERCI SENTIRE.
SAPERE TENERE QUELLO CHE SERVE. LASCIARE ANDARE QUELLO CHE NON SERVE. (che non è al servizio, non è funzionale)
PER il ben comune. Che per essere tale deve iniziare sempre con il proprio bene.
Quello che conta è quello che ci serve. Inteso “che serve il nostro Sé”: l’amore a noi stessi.
“Ama il prossimo tuo COME te stesso”.
Tutto parte da Sé. Da me. Attraverso l’esperienza. L’esperienza nella materia.
Riconoscendo l’ovvia Legge che “per dare devi prima avere”. E, se vogliamo, per avere devi prima saper ricevere.

Ad ognuno la sua abbondanza in proporzione al saggio uso dei propri talenti.

Individualmente Insieme.
Nell’Abbondanza condivisa.

 

L'attrazione naturale e generalmente benefica di forze simili.
- Porta 45, I Ching del Rave -
La direzione materiale risiede nell'educazione.
Porta 45, linea 1: Sollecitazione
Just Now 8.6.23
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