Dubita… ma non di te!

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Salve a tutti,
dal primo pomeriggio dell’1 alle prime ore del 7 marzo il Sole ci ispira dall’esagramma 63: la Porta dei Dubbi; Dopo il Completamento/Compimento.

In questi mesi siamo sempre nel 1°Quarto dell’Iniziazione dove la tematica che siamo chiamati a sperimentare riguarda la consapevolezza sul piano mentale: educare la nostra mente a vivere nei limiti della forma e accoglierli. Poiché una volta che la mente si sente rilassata, a suo agio, nei limiti della forma è il momento in cui non desideriamo più vivere nell’omologazione come tutti ma nell’unicità in quanto noi stessi. Una mente rilassata, accogliente, ricettiva… è una mente creativa al servizio dell’unicità.

In questo innovativo iniziatico evolutivo processo di “rilassamento”, di Risveglio… i dubbi sono un elemento chiave.
Interessante che, lungo il Mandala del Rave, l’esagramma dei Dubbi segua quello della Famiglia, dell’Amicizia (vedi transito precedente).
Di fatto i primi dubbi sorgono in famiglia, nell’ambiente in cui iniziamo a comprendere la logica che governa questo piano e ci permette di sopravvivere in esso.
Da bambini – attraverso l’osservazione e le nostre persistenti domande – acquisiamo la logica della tradizione in cui nasciamo, che i nostri genitori, il nostro sistema familiare ci trasmettono finché non cominciamo a crescere e, specie nell’adolescenza in relazione con gli amici, con gli altri e il loro diverso sistema familiare, cominciamo a maturare altre domande che facilmente mettono in dubbio le risposte/certezze acquisite fino a quel momento. Ed è così che cominciamo a strutturare la nostra personalità e con questa a muoverci nel mondo mettendo in dubbio tutto quello che non risuona con la logica che abbiamo assimilato e fatto nostra nel tempo, fino ad identificarci e magari cadere nell’errore di considerare la nostra logica un’assoluta verità.

Il dubbio è una pressione mentale che spinge alla comprensione della logica che essenzialmente ci permette sopravvivere nell’adesso e garantirci la sopravvivenza nel futuro proprio comprendendo gli schemi logici per arrivarci (sani e salvi al futuro).
Quella percezione di “tarlo mentale” che ci insinua il dubbio è l’espressione di una nostra insicurezza che ci spinge a cercare risposte/sicurezze nei modelli esistenti.
Se qualcosa non ci è chiaro e non ci sembra sicuro ecco che appare il dubbio sotto forma di ansia mentale che ci pressa a trovare agio in una risposta che possa placare le nostre preoccupazioni: le paure riguardo alla nostra sopravvivenza, al nostro benessere. “Nostro” in senso “del collettivo”: quel collettivo che ci garantisce la sicurezza, l’armonia, il riferimento su cui basarci per progettare il futuro.
Sicché il dubbio non è certo un problema anzi è molto utile ma – come tutto del resto in questo piano duale – è un’arma a doppio taglio e bisogna saperla usare.
Da una parte il dubbio offre un servizio di correzione e miglioramento per il collettivo aiutando a rilassarci su certe logiche e trovarne di nuove e più performanti.
Da un’altra parte il dubbio può sempre degenerare in sospetto e in eccessiva insicurezza che ci spingono a trovare logiche che non contribuiscono all’armonia e ci portano completamente fuori strada, allontanandoci dalla verità.
Tutto dipende se questa pressione del dubbio la lasciamo gestire dal nostro Sé “rilassato”o dal nostro Non sé “ansiogeno”.

Trovo rilassante sapere che il dubbio non ci indica che non abbiamo capito qualcosa (come spesso interpreta la nostra mente insicura) ma che abbiamo compreso qualcosa ma stiamo cercando di comprenderla ancora meglio, ancor più in profondità, nel dettaglio. Per questo nell’I Ching tradizionale cinese il dubbio è chiamato saggiamente dopo il completamento. È solo dopo una comprensione che può emergere il dubbio: quando già si conosce la logica, non prima. Come faresti a dubitare di qualcosa che non conosci minimamente?
Sicché quando emerge il dubbio non significa che non sai ma che hai bisogno di saperne di più. Così si innesca la ricerca. Così ci evolviamo spronati a conoscere meglio e quindi a conoscerci meglio dato che tutto ciò che investighiamo alla fine ci riporta a noi stessi. Proprio a questa conclusione è arrivata la somma logica sia del metodo scientifico sia della ricerca spirituale: l’osservatore e l’osservato coincidono.
Dunque non c’è da sentirci insicuri quando ci vengono i dubbi e magari trattenerci e vergognarci delle nostre domande.
Le nostre domande sono strumenti preziosi per affinare la nostra Ricerca e soprattutto sono utili: non solo a noi stessi ma anche ad altri.

Come spiega bene la conoscenza dello Human Design la logica, di cui il dubbio è degno servitore, non è qualcosa di personale ma di impersonale.
La logica e così il dubbio non può riguardare il mistero individuale, la verità individuale ma solo uno schema, un modello qualcosa che si possa correggere e migliorare. Il che non si può applicare ad un individuo unico che di per sé è perfetto e non giudicabile.
Questo è molto importante da comprendere: assolutamente fondamentale per le nostre relazioni.
Non siamo qui per giudicare l’altro o dubitare di lui. Possiamo solo – su invito dell’interessato/a – condividere un giudizio o un dubbio riguardo ad un suo comportamento o ad una logica che in quel momento non comprendiamo e/o ci sentiamo invitati a correggere.
Quindi non siamo qui per dubitare degli altri ma in caso per trarre ispirazioni utili a nuove comprensioni: per noi stessi e per gli altri.
E poiché non siamo qui per dubitare degli altri, ciò significa che non siamo qui per dubitare neanche di noi stessi.
Dubitare è lecito ma, come ci insegnano le grandi tragedie (emblematico l’Othello di Shakespeare) non siamo qui per farci possedere e divorare dal dubbio e dal sospetto, non siamo qui per decidere in base ai dubbi (il che porterebbe a tragiche conclusioni); il nostro compito è farci ispirare dai dubbi e lasciare che, guidati da queste ispirazioni, le risposte affiorino naturalmente dentro di noi.
Il dubbio che si insinua nella nostra mente ci incanala alla chiarezza ma la chiarezza che davvero cerchiamo è qualcosa che non può provenire dalla nostra mente.
Questo è il grande paradosso! Non è nella mente che possiamo trovare risposte alla mente. E se continuiamo a cercare lì… non possiamo che perderci: perderci nei dubbi.

Buoni dubbi! Teniamoceli cari i nostri dubbi e domande e alleniamoci nell’Arte della Pazienza che prima o poi – o meglio, nel momento opportuno – ci offre tutte le risposte.
Anche se la risposta delle risposte ce l’hai già: sei TU!

Buone nutrienti ispirazioni.

Individualmente Insieme.

 

Nella spirale della vita, tutte le fini sono inizi
- Porat 63, I Ching del Rave -
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