Incontro tra Sé… e Sé

 

Salve a Tutti,
dal 31 ottobre al 5 novembre il Sole transita nell’Esagrama 44: la Porta  della Allerta; Andare all’Incontro.

Con questo Esagramma finisce il Quarto dei Legami: il periodo dell’anno in cui il tema dominante del condizionamento planetario è la realizzazione di sé attraverso le relazioni.

Trovo molto interessante che questo Quarto finisca (non certo a caso) con un Esagramma che, a mio avviso, sintetizza l’essenza dei legami e la consapevolezza che essi portano.
[giusto sotto un transito che parla di consapevolezza (Canale 61/24)].

Dopo il Quarto dei Legami, la settimana prossima, inizia quello dello Spirito (di cui parleremo nei prossimi transiti). E la Porta 44 ci dice di andare all’incontro. Ma… con chi?
E qui, si comincia a spoilerare il prossimo passaggio. Ed ad entrare più in profondità….
Certamente parliamo delll’incontro con l’altro (come abbiamo visto finora in vari modi) ma, più appropriatamente, non solo con la personalità dell’Altro bensì con il suo Spirito (essenza); in un continuo evolutivo processo di mutazione e maturazione.
L’incontro/confronto con l’altro non accade solo su un piano fisico/corporeo e mentale che potremmo definire “materiale” (spesso altamente inconsapevole e manipolatorio) ma su un piano ancora più sottile e potente/potenziante (consapevole ed autentico)… quello dello spirito: il Sé.
È proprio questo tipo di incontro con l’altro che ci permette di evolvere; che costituisce buona parte del senso della nostra missione qui, su questo piano.
Questo tipo di incontro tra Sé” è inteso come gioco di parole tra sé e sé e tra il proprio sé e il sé dell’altro che – con opportuna consapevolezza/auto-osservazione – ci aiuta a riconoscere e r

isvegliare il nostro Sé.
Senza addentrarmi in questo tipo di incontro che rimanda alla Legge dello Specchio (vedi approfondimenti sul tema) voglio qui concentrarmi su un’altra visione dello spirito:
lo spirito della coppia.

Di fatto la relazione – in particolare quella intima ma non solo, tutte le relazioni – non è mai un rapporto a due ma a tre.
Come mi ha detto anni or sono in un corso sulle Porte dell’Amore un mio insegnante di Human Design (Alok che alcuni di voi hanno conosciuto in una recente intervista e conosceranno al corso di novembre sul Plesso Solare): “L’Amore non è equazione tra due ma tra tre: Io, Te e l’Amore. Serve però una relazione individuale con l’amore prima di avere una relazione con un partner”.
In effetti, come appreso anche da altre fonti come Erika Francesca Poli e i miei formatori alla Scuola di Counseling Integrale (Alberto Mantovani e Stefania Muraro), l’amore è una relazione a tre: io, l’altro e la relazione. Di questo dobbiamo sempre tenerne conto.
Sicché ad esempio non solo può sorgere la domanda com’è la mia relazione con il mio partner? ma anche “com’è la mia relazione… con la relazione stessa? con le relazioni? con il mio modo di relazionarmi?”
E da qui…
Com’è la mia relazione con l’Amore? con il maschile/femminile? con i miei genitori? con le mie ferite? con il mio passato? con il mio Sé?
E, sotto-sotto, l’ultima delle domane che porta questo trasformativo autunnale transito “scorpionico”:
Com’è la mia relazione con la Morte? ovvero… com’è la mia relazione con la Vita, Adesso?

Non a caso… tempo di trasformazione nelle relazioni; partendo dalla prima: la nostra relazione con la Vita… con il nostro Sì alla Vita.
A quale relazione continuare a dire di Sì? A quale dire di No? Quali No mi possono aiutare a sostenere il mio Sì alla Vita?

A queste do

mande l’attuale transito del Sole nella Porta 44 ci aiuta a rispondere… con la memoria.
L’acuta memoria istintiva dei modelli passati che ci allerta sui possibili pericoli e potenziali: ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato in relazione a ciò che sta accadendo Adesso. Sempre tutto filtrato dalla nostra Strategia e Autorità.
Una vigilanza istintiva in noi che – in relazione a ciò che sta accadendo – ci mette in allerta sulla corretta appropriata relazione da esperire affinché un potenziale “successo” possa tradursi in

una possibilità (evitando un possibile fallimento).
In altro modo, rimanendo nelle relazioni intese soprattutto come le relazioni intime (ma anche amicali e lavorative), possiamo dire che ogni esperienza avuta con un nostro partner ci permette di migliorare l’esperienza con il partner successivo. Una sorta di istinto di sopravvivenza che attraverso l’elaborazione della nostra esperienza – grazie all’auto-osserva

zione a posteriori tenendo presente la già citata Legge dello Specchio – ci permette di comprendere quali sono state le cause dei nostri fallimenti al fine di apprendere opportuni comportamenti per trasformare quei fallimenti del passato in consapevoli concreti successi nel presente.

Come abbiamo visto per gli altri transiti connessi alle Porte del Centro della Milza (Centro di Consapevolezza del Corpo) anche in questa ultima porta parliamo di paure.
In questo caso la paura del passato. L’antica paura dell’estinzione. Che il passato ritorni e ci trovi impreparati determinando il nostro fallimento.
E, a tal punto, trovo stimolante la sottile differenza tra istinto ed estinto. Quanto l’istinto (di sopravvivenza) ci aiuti a non estinguerci. Il passato ci è utile nel presente.
Se non ci aggrappiamo e non lo agiamo in automatismo guidati dalla paura.

Questi sono giorni di profonde paure che il passato ritorni; che la rela

zione in cui siamo non sia quella giusta;  che ciò che abbiamo già vissuto ritorni in altra forma e che prima o poi arrivi (di nuovo) il fallimento.

Ricordiamoci di stare ben presenti nel qui e ora. Non confondiamo i fatti con la percezione dei fatti manipolata dalle paure del passato generate dalle nostre ferite primarie.
Stiamo qui, adesso, con quello che c’è senza fretta nelle decisioni; senza reagire, senza impulsività e affrettato giudizio.
Stiamo in risposta alla vita e nell’interazione con l’altro aspettiamo il

giusto invito, il giusto timing, il giusto stato d’animo per dialogare e trasmettere la nostra verità, il nostro Sé.
In questi tempi di (auto) manipolazione cerchiamo di non considerare l’altro come c

apro espiatorio per le nostre difficoltà esistenziali e un ideale secchio in cui vomitare le nostre paure, insicurezze e giudizi.
L’altro non è mai il problema ma ciò che ce lo riflette e ci aiuta a risolverlo.

Buone consapevolezze e trasformazioni nelle nostre relazioni.

Individualmente Insieme.

Ahò Mitakuye Oyasin (per tutte le nostre relazioni)

Ps. se non avete colto il senso dell’immagine dell’articolo il suggerimento è ingrandirla. Vedrete di cos’è composta l’immagine del cane, gatto e coniglio.
Quasi fossero gli “spiriti della coppia”.

L'Amore non è equazione tra due ma tra tre: Io, Te e l’Amore.
Serve però una relazione individuale con l’amore prima di avere una relazione con un partner.
Andare all'incontro.... significa mettersi in gioco: scavare dentro di Sé per arrivare all'Altro (che ci riflette).
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